Nuovi membri per la Confraternita del Groppello
di Redazione

Durante la tradizionale cena di auguri, la Confraternita del Groppello ha accolto i nuovi membri con una goliardica cerimonia, conclusasi con il giuramento e una bevuta “alla goccia” coronata dagli applausi

 
 
Dopo la proclamazione, giù d’un sorso un bicchiere di rosso ed ecco giurare fedeltà all’autoctono rosso della Valtenesi. Durante la tradizionale cena di auguri, la Confraternita del Groppello ha accolto i nuovi membri con una goliardica cerimonia, conclusasi con il giuramento e una bevuta “alla goccia” coronata dagli applausi.
 
Il motto del sodalizio, nato nella cantina di una casa di Padenghe nel 1970 per tutelare e celebrare il vino frutto del vitigno diffuso tra Salò e Desenzano, è in «In labore fructus et in triclinio laetitia». Il momento per l’intronizzazione dei nuovi confratelli è la cena di auguri che si tiene ogni dicembre e quest’anno ospitata dal Borgo alla Quercia del patron Alessandro Redaelli De Zinis in quel di Calvagese della Riviera.
 
La Confraternita, oggi presieduta da Massimo Piergentili, ha accolto Pietro Borzi, Claudio Ferrari, Luigi Mazzolari, Elisabetta Pedrazzi, Umberto Pezziniti, Claudio Ricci, Giuliano Richiedei, Angelo Vantini ed Enrico Grazioli. Tutti sono stati annunciati da un padrino, tutti hanno dovuto mandare giù “alla goccia” un bicchiere di Groppello, un vino sempre caratterizzato da un fruttato piacevole e da una spezia viva, figlio di una vitigno unico, coltivato in circa 300 ettari solo in Valtenesi, ma che soprattutto assomiglia a nient’altro e come il cachemire tiene caldo ma non pesa troppo.
 
La Confraternita è nota soprattutto per l’atteso Palio organizzato ogni autunno per premiare il Groppello dell’annata precedente, ma durante l’anno organizza anche cene studio e incontri conviviali, tra una risata in compagnia e una portata di cucina tradizionale, per approfondire la conoscenza di questo vino e incontrarne di nuovi.
 
Per i più il Groppello è immaginato come un vino per essere di pronta beva, ma le mode negli anni cambiano e, dopo un certo periodo, pure quella dei barricati è passata. Questo vino è adatto al medio invecchiamento: un bel bere, più ricco, intensamente speziato e corposo. E, come già fatto in passato, per valorizzazione questo vino e approfondire l’intero mondo enologico, la Confraternita sta studiando per l’anno nuovo un corso di degustazione.
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