Prostituzione con gli occhi a mandorla
di Salvo Mabini

Sette appartamenti in tutta la provincia, nei quali offrivano prestazioni prostitute che venivano spostate a seconda delle necessita. Anche a Vobarno e a Prevalle.
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Gli appuntamenti venivano presi per telefono e i clienti indirizzati nella casa più vicina, dove una coppia di cinesi ed un complice italiano, obbligavano donne cinesi a prostituirsi.
Un giro ben strutturato quello scoperto dai carabinieri di Vobarno e dai colleghi della Compagnia di Salò, che sul fenomeno indagano da alcuni mesi.

I siti - nella sola provincia di Brescia ne sono stati individuati sette all’interno dei quali donne cinesi fornivano prestazioni sessuali - sono stati posto sotto osservazione e i vari personaggi implicati sono stati pedinati.
Dopo aver identificato numerosi clienti (di tutte le fasce sociali) è stato effettuato il primo intervento a luglio di quest’anno, che ha portato all’identificazione di due ragazze cinesi.

Le due donne, non senza timori
, hanno denunciato il loro stato di assoggettamento ad una vera e propria organizzazione di connazionali che le obbligava a prostituirsi, intimidendole con minacce e trattenendo i loro documenti d’identità.
Veniva dunque identificata e tratta in arresto la prima componente del sodalizio, una donna cinese di 43 anni con precedenti specifici per “sfruttamento della prostituzione”.

Nel corso delle perquisizioni sono state rinvenivano numerose sim-card e telefoni cellulari, oggetti erotici legati all’attività di meretricio e denaro contante provento dell’attività di sfruttamento della prostituzione.
Materiale che ha consentito di risalire la catena dei contatti e di isolare e identificare gli altri componenti del gruppo: un cinese di 34 anni, irregolare sul territorio italiano, pluripregiudicato per reati specifici, ed un italiano classe ’48 anch’egli pregiudicato per reati specifici.

Altre perquisizioni in altri appartamenti individuati a
Vobarno, Gardone Riviera, Soiano del Lago, Poncarale, Prevalle e in città a Brescia, hanno consentito di identificare altre quattro donne cinesi, una delle quali clandestina, costrette a prostituirsi.
Il cinese è stato rintracciato, arrestato e trattenuto in carcere, a seguito della convalida è stata emessa a suo carico la misura dell’obbligo di dimora nel comune di Milano dove ha eletto domicilio, mentre l’italiano è stato denunciato a piede libero.

Il giro di prostitute, secondo i carabinieri, fruttava almeno 25.000 euro al mese.

Alle donnine veniva corrisposto il 50% del prezzo pagato dal cliente.
Le abitazioni erano tutte prese in affitto con regolari contratti tramite agenzie immobiliari della zona, che probabilmente non sapevano dell’attività che vi si svolgeva.
Ulteriori indagini sono ancora in corso per accertare ulteriori responsabilità penali in capo all’organizzazione ed identificare eventuali complici.

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