L'ultima assemblea
di Aldo Pasquazzo

Alla vigilia dal referendum qualche dubbio sulla fusione ancora resta. Se n'è parlato giovedì sera a Condino



“Solo la metà degli aventi diritto andrà a votare e la metà di quella metà si pronuncerà contro la municipalità unica Borgo Chiese“.
Lo ha detto l’altra sera a gran voce all’incontro con Ugo Rossi Renzo Pizzini vulcanico operatore zootecnico e da una vita tra gli autonomisti rivolgendosi proprio al numero uno delle due stelle alpine, al quale attribuisce meriti e responsabilità nel voler fare la fusione ad ogni costo.

Interviene anche Pierino Bertini, un tempo sindaco di Cimego e ora alla testa di un colosso alimentare di zona.
Poi è la volta di Elena Franceschetti che si dice favorevole alla incorporazione.
A sostegno della fusione pure il cimighese Claudio Lucchini, un tempo anima “socialista“ e poi segretario provinciale di Uil e delle bande del Trentino.

L’applauso più lungo e scrosciante, comunque, se lo porta a casa la sindachessa di Brione Cristina Faccini, che nel corso del suo intervento dice cose pratiche: “Il rischio di una eventuale gestione associata in caso di bocciatura della costituzione del comune unico è a portata di mano".

I rappresentanti istituzionali dei quattro paesi insistono per una sterzata coraggiosa e aggiungono: “oggi non è più possibile garantire determinati servizi”.
Altri in sala parlano di "affrettati percorsi di avvicinamento e di eventuali ostacoli legati al quorum".

Giovedi sera – ultima assemblea prima del referendum di domenica - l’auditorium (ex Rivadossi) non è rappresentato come altre volte. Tanti posti a sedere sono vuoti.
Stavolta, al di la dei quattro rappresentanti istituzionali di zona, non ci sono ne l’assessore Carlo Daldoss ne il consigliere Mario Tonina, quest’ultimo influenzato.

In sala anche i sindaci di Storo (Vigilio Giovanelli) e di Prezzo (Celestino Boldrini la cui fusione con Pieve di Bono che si andrà a fare è invece da considerare già fatta) e non a caso il redivivo Adelino Amistadi, un tempo pure lui sindaco di Roncone, presidente di Bim e Comprensorio e poi assessore regionale che però non prende parola.

Ugo Rossi e Paride Gianmoena, il primo presidente della Provincia e l’altro del Consiglio delle Autonomie, non solo auspicano la fusione ma di fatto la considerano oramai una strada obbligata, se non quasi.

Assai persuasiva – anche se parla a microfoni rigorosamente spenti - l’insegnante Carmen Rigotti originaria di Santa Croce, ma da vent’anni vive e lavora a Condino.
Lo dice ad assemblea conclusa ma di fronte a più persone: “Tra i bambini – assicura la docente e peraltro moglie di un assessore comunale di Condino - non si parla di fusione ma loro già da tempo si considerano quasi tutti appartenenti ad un unico paese”.


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