Fusioni al dunque
di Aldo Pasquazzo

Scontato l'esito per l'accorpamento fra Pieve di Bono e Prezzo, un po' meno per Brione, Cimego, Castello e Condino chiamati a dar vita a Borgo Chiese 


Da lunedi prossimo quasi sicuramente non si chiamerà più comune di Pieve di Bono, ma prenderà il nome di Pieve di Bono e Prezzo.
Potrà contare su 1200 abitanti e alle cinque frazioni (Creto, Strada, Por, Agrone e Cologna) se ne aggiungerà una sesta, Prezzo.

Un passaggio che si prevede indolore: convergenze e collaborazione tra i due paesi ci sono sempre state e ultimamente il fenomeno si è ulteriormente accentuato.
Contrariamente ad altre zone qui non ci sono rivalità, antagonismi o problemi di campanile. Anche il prete – padre Artemio Uberti - è uno solo.

Non a caso ufficio tecnico, tributi, ragioneria e segreteria sono gli stessi.
Il borgomastro attuale a Pieve di Bono è Attilio Maestri, già riconfermato cinque anni fa e che all’epoca era subentrato a Marcello Salvini. 
Quest’ultimo (Marcello Salvini), professore e ora referente di plesso nonché sindaco di Pieve di Bono dal 1995 al 2005, sulla questione dice: «Credo che sia la soluzione più razionale questa unificazione, anche perché si avvale di molte collaborazioni già esistenti. Inoltre salvaguarda alcuni principi peraltro non in discussione».

Gianni Tagliaferri capo gruppo consigliare di minoranza a Pieve di Bono e assieme ad Umberto Facchi leader di Rinnoviamo Insieme, aggiunge: «Da noi la fusione non comporta certo sofferenze, problemi o prevaricazioni, ma solo vantaggi. Tradotto in altre parole l’accorpamento che si andrà a fare già rientrava nel nostro programma elettorale. Ora unendo Prezzo non si fa altro che portare il numero delle frazioni da cinque a sei».

A Prezzo la gente chiamata al voto risulta essere composta da 154 unità mentre la Busa di Creto gli aventi diritto ammontano a 1100.
Luciano Vaia, sindaco di Prezzo nella legislatura 1967 – 1971 e ora alla soglia degli 80 anni, avverte: «Io come tanti altri miei concittadini a proposito della fusione con Pieve di Bono problemi proprio non ne vedo. Dirò di più. Con Pieve di Bono c’è sempre stato un buon rapporto: ricordo che quand’ero sindaco con il collega di Pieve di Bono Tullio Nicolini, la fusione - tanto eravamo vicini su molte scelte - la si poteva fare quasi già allora».

A succedere a Vaia come sindaco di Prezzo c’e stato Marcello Maestri che a sua volta (guarda caso) già lavorava in comune a Pieve di Bono.
Celestino Boldrini, sindaco di una volta e pure attualmente per un numero di complessivi 25 anni, confida: «La mia unica preoccupazione è che la gente dia tutto per scontato e che per questo magari non vada a votare».
Boldrini fa poi sapere che nel corso di un’operazione ascolto una sola persona nel suo comune si era pronunciata in maniera contraria alla fusione e aggiunge: «Salvaguardati i diritti di uso civico non vedo assolutamente problemi. Noi già da tempo con Pieve di Bono condividiamo ben cinque servizi e quindi una fusione di fatto già c’è».

Tullia Scaia, assieme al marito Ennio Radoani, gestisce con fratello e cognate il noto Rifugio Lupi di Toscana a Boniprati.
La signora, inoltre, è  figlia del compianto Benvenuto Scaia sindaco di Prezzo negli anni 70.
Ascoltiamola: «A quanto si sente alternative proprio non ci sono. Poi, già ai tempi da quanto mio papà era sindaco i rapporti con Pieve di Bono erano sempre stati ottimi. Quindi l’accorpamento con Pieve di Bono lo considero non solo naturale, ma conveniente rispetto alle altre soluzioni prospettate, ossia il forzato ricorso alla gestione associata con la Comunità delle Giudicarie o addirittura su Storo».

Poi c'è Borgo Chiese

Domenica prossima ad andare al voto referendario
circa l’eventuale riduzione di comuni, oltre a Prezzo e Pieve di Bono, ci saranno anche i centri di Brione, Cimego, Castello e Condino, chiamati a formare l'unicia municipalità che prenderà il nome di Borgo Chiese.

Contrariamente a Pieve di Bono e Prezzo nel circondario di Condino qualche problema c’è.
Ascoltiamo Daniele Tarolli, castellano con casa a Cimego, autonomista del Patt e assessore in Comunità: «Da queste parti le divergenze esistono. Poi non ho apprezzato per niente l’atteggiamento tenuto da qualche amministratore in occasione della festa che i pompieri hanno fatto a Santa Barbara, quando è stato utilizzato un luogo di culto (chiesa arcipretale) per fare politica pro fusione».

L'ultimo dei sei incontri previsti in zona in materia di accorpamenti è per questo giovedì sera alle 20,30 all’auditorium di Condino.
A relazionare, oltre al presidente della Provincia Ugo Rossi, ci saranno anche l’assessore agli Enti locali Carlo Daldoss, il consigliere provinciale Mario Tonina ed il presidente del consiglio delle Autonomie Paride Gianmoena.

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