Lo stupro dopo che è rimasta sola
di Salvo Mabini

Abbandonata dagli amici coi quali era arrivata in discoteca: «Avevamo sonno e lei non voleva venir via, è maggiorenne, cosa dovevamo fare?» l’affermazione di uno di loro


Lo stupratore intanto rimane in carcere: “Ha trattenuto la vittima con inganno e poi ha abusato di lei all’aperto, mentre la violentava si rivolgeva alla stessa con offese pesanti e la sottoponeva non solo a violenze fisiche tali da far temere per la sua vita, ma proferiva anche minacce di morte, mostrando totale insensibilità di fronte ad una giovane donna che implorava di essere lasciata libera” questa la motivazione del Gip che ha rilevato la pericolosità del soggetto e disposto la custodia cautelare.

Il mostro ha un nome e un volto, quello di un tentunenne di origini marocchine, irregolare e senza fissa dimora in Italia, con precedenti per furto.
Tre giorni per indagini sono stati sufficienti ai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Salò, diretti dal capitano Luigi Lubello e dal luogotenente Cosimo Fabrizio, per identificare, ricercare e fermare l’autore della violenza sessuale ai danni di una giovane donna valsabbina.

La violenza è stata perpetrata nei suoi confronti nella notte fra sabato 29 e domenica 30, fuori da una discoteca di Roè Volciano, il Plaza.
L’uomo, dopo il riconoscimento da parte della vittima è stato rinchiuso a Canton Mombello.
Fondamentali per l’attività d’indagine sia il racconto dettagliato della stessa ragazza vittima della violenza, sia quello di alcuni testimoni, in particolare alcuni buttafuori della discoteca.

I racconti ed i filmati acquisiti dalla video-sorveglianza hanno poi dato la possibilità agli investigatori di isolare un gruppo di tre nordafricani.
Due di loro erano già conosciuti alle forze di polizia per altre questioni.
I militari, indagando sulle loro frequentazioni, per altro già note, non ci hanno messo molto a risalire all’identità del ricercato, che poi è stato anche riconosciuto dalla vittima.

L’aggressore è stato quindi rintracciato, non senza difficoltà, nel comune di Calvagese della Riviera dove aveva già trovato ospitalità da un suo connazionale.

Secondo quanto è stato ricostruito, il giovane, con il chiaro intento di abbordare la ragazza, le aveva offerto il suo sostegno nel diverbio con un buttafuori, scaturito anche perché la vittima era un po’ brilla e si rifiutava di abbandonare i locali della discoteca all’ora di chiusura, convincendola ad allontanarsi dalla discoteca, poi una volta fuori e soli, l’ha trascinata con forza in un boschetto dove ha poi abusato di lei.

Al 31enne marocchino sono stati contestati i reati di violenza sessuale, sequestro di persona - poiché costringeva la vittima per più di due ore a subire le sue violenze - e di lesioni personali aggravate.
E’ stato definito un soggetto incapace di controllare gli impulsi sessuali anche di fronte a soggetti in evidente difficoltà, come la giovane donna di 25 anni. Si è avvalso della facoltà di non rispondere e è stato trattenuto in custodia cautelare in carcere.

La rabbia per un gesto criminale fra i più odiosi come sono lo stupro, la violenza nei confronti di una donna indifesa e le minacce, non fanno venir meno lo sdegno per il fatto che la giovane donna sia stata abbandonata a se stessa, in evidente stato di alterazione, dagli “amici” che l’avevano accompagnata fin lì.
Fra loro anche chi ha più di quarant’anni e forse avrebbe dovuto mostrare un briciolo di maturità in più.

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