La tragedia della diga del Gleno diventa un film
di Fabio Borghese

Sarà presentato sabato sera a Gavardo il film di Tiziano Felappi ispirato al libro di Paolo Fontana e al monologo di Emanuele Turelli "Gleno, 1 dicembre 1923"


“Gleno, all'inferno non c'è solo il fuoco”. È il titolo di un film del regista Tiziano Felappi, ispirato al libro di Paolo Fontana, giovane scrittore camuno, e dal monologo "Gleno, 1 dicembre 1923", di Emenuele Turelli, che sarà presentato questo sabato sera, 29 novembre, alle 21, nel teatro Salone Pio XI a Gavardo.

Il film narra della tragedia della diga del Gleno, in Val di Scalve, valle laterale alla Valcamonica. La diga crollò alle 7.15 dell'1 dicembre 1923 perchè fu costruita in maniera scapestrata (materiali scadenti, il progetto venne cambiato in corso d'opera, nessun controllo dagli enti preposti). Fu portata a pieno regime (6 milioni di metri cubi) il giorno prima, quindi la sua storia durò soltanto poche ore: non alimentò mai le centrali per la quale la fraternita Viganò l'aveva costruita sotto il monte Gleno a 1500 metri d'altezza in alta Val di Scalve, dal 1917 al 1923. Provocò 500 vittime e distrusse oltre alla Val di Scalve anche la parte più pianeggiante della Valcamonica.

Si tratta di un film amatoriale, soltanto perché gli attori non sono professionisti, perché in realtà il prodotto finale è molto buono. Il regista Tiziano Felappi non ha lasciato nulla al caso: abiti d'epoca, auto d'epoca, ambientazioni particolari (le scene rurali sono state girate in alcuni dei borghi più caratteristici delle zone montane bresciane e begamasche: nel centro storico di Bienno, fra le viuzze di Vilminore di Scalve, accanto al duomo vecchio di Brescia).

Il film inizia ai giorni nostri, prosegue negli anni di costruzione della diga e si conclude nuovamente ai giorni nostri, con Emanuele Turelli che spiega alla figlia, mentre salgono passeggiando ai ruderi della diga, la storia della sua famiglia, intrecciata con quella del Gleno (nel film la nonna è la protagonista di una storia d'amore e d'affetto fra una semplcie ragazza di Vilminore e un giovane pittore bresciano, chiamato dal costruttore della diga a dipingere l'imponente manufatto).

Non è un documentario e non è un colossal. Il regista ha interpretato la storia in maniera molto seria: le immagini aeree sono state fatte con droni di ripresa, alcune scene sono state girate nelle miniere di Schilpario (che nel film sono le gallerie interne di costruzione del grande muro).
Nel film l'aspetto documentaristico (che ben emerge) è lasciato alla recitazione da parte degli operai che denunciano inutilmente i talloni d'Achille della diga.

Nel film anno recitato un centinaio di attori amatoriali, fra questi Viola Turelli, figlia di Emanuele, gavardese, la più giovane attrice del film, e sabato sera, proprio per questo, il regista le consegnerà un premio. Fa la quinta elementare e per lei è stato un grande gioco, anche se da come ha recitato, non se la cava per niente male.

All'evento di Gavardo dovrebbe partecipare anche il nuovo parroco don Italo, che è stato formalmente invitato dall'associazione culturale Violet Moon, che opera a livello internazionale (dalla Polonia al Trentino alla Lombardia) ma ha sede operativa proprio a Gavardo.

Violet Moon non ha solo messo il cappello sull'iniziativa del film, ma ha supportato la realtà di produzione (Obiettivo Cinema) nell'impostazione degli aspetti storici della scenografia. Quel che ne è uscito è un buon risultato, che sta facendo il pieno in tutte le sale dove viene proiettato (800 persone a Darfo, 700 a Lovere, 150 a Chiari).

Anche la colonna sonora è originale e composta per l'occasione, ad eccezione del brano "Gleno" scritto e cantato dal cantautore bergamasco Tiziano Incani (Il Bepi).

Un’ultima curiosità: uno degli attori che si sono prestati gratuitamente alla recitazione nel film è Giorgio Zanetti, comico dello Zelig, originario di Iseo.

Sabato sera la proiezione è prevista per le 21 e l'ingresso è libero fino ad esaurimento posti. L'iniziativa è promossa da Obiettivo Cinema e da Violet Moon in collaborazione con l'oratorio di Gavardo e con il patrocinio del Comune.

In foto:
. la locandina del film
. Emanuele Turelli e la figlia Viola durante le riprese

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