Si stima un 50% in meno, salva la qualità
di Redazione

Gli ulivi del Garda hanno sofferto un inverno mite e un clima eccezionalmente caldo umido. Il Consorzio Olio Garda DOP chiederà lo stato di calamità naturale


Il 50% in meno di olive raccolte: è la prima fotografia della campagna olivicola in corso che si sta concludendo in questi giorni tra gli oliveti del Lago di Garda. Una stagione difficile, fortemente penalizzata da un'anomala stagione climatica e dall'attacco di malattie alle piante che, mai come quest'anno, hanno compromesso il raccolto dell'Olio Garda DOP. Il Consorzio avvierà in questi giorni le procedure per il riconoscimento della calamità naturale.

Un anno che produrrà poco olio a denominazione protetta, ma in grado di garantire comunque un prodotto di valore grazie all'impegno dei produttori e dei tecnici nel preservare olive di qualità. “La situazione è difficile, questo è innegabile – spiega Andrea Bertazzi, Presidente del Consorzio Olio Garda DOP - ma la raccolta di quest'anno è un evento assolutamente eccezionale. Il nostro messaggio vuole essere forte: non è in discussione la qualità del prodotto. Il consumatore potrà acquistare un olio limitato nella produzione, ma prezioso”.

La difficile situazione è comune agli olivicoltori delle tre sottozone del Garda: quella orientale, quella bresciana, quella trentina. In particolare sono state la proliferazione della mosca olearia, conseguenza di un inverno mite e un clima umido, e la diffusione della lebbra dell'ulivo, problema che tende a seccare il frutto, a rendere difficile questa stagione. In alcuni casi a determinare la perdita dell'intero raccolto.
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