Ricordando Tiziano Ratti
di Pino Greco

Verranno celebrati questo lunedì pomeriggio alle 14 e 30 in San Giorgio a Bagolino, i funerali di Tiziano Ratti.
Lo ricordiamo con la memoria e la sensibilità di Pino Greco




Caro Aldo, a te capitavano quegli incontri alla Birreria. A me neppure quelli. Tiziano era uscito dai miei orizzonti da tanti anni.
Giusto qualche incontro nel marasma frastornato di certe Ariose in piazza Marconi. Una pacca sulla spalla e quello sguardo morbido, indagatore, un po’ svanito: «Tè, ogni tanto ci si rivede da queste parti!..». 

L’ultima volta erano passati cinque anni
. Ma con Tiziano era così. Ha detto bene Aldo. Tiziano ti sembrava di conoscerlo da sempre e di averlo lasciato  appena il giorno prima. 
Magari nel mezzo di quei colloqui a ruota libera sull’universo mondo. E che lui aveva la prodigiosa capacità di riprendere da dove aveva messo il punto. 

Pittura, scuola, politica, ambiente, amici, spettacoli, buon tavola, ricordi di valle e del  paese del cuore. 
Con lui era facile la sintonia. Le sue osservazioni scaturivano da prospettive simili. Quelle di chi non nasce impastato della stessa terra dei luoghi, ma ha imparato a gustarne gli aromi inconfondibili. Per scelta.

Tiziano aveva un sua idea del mondo
.
Sempre originale e, a volte, spiazzante, ma aveva anche una ferrea inclinazione alla tolleranza.
Con la scuola credo che sia stato uno dei precari storici. Sempre girovago fra valli e laghi. Mai risentito o stizzito. In fondo la conoscenza di nuovi luoghi e di persone diverse era un nutrimento per la sua anima di artista.

Già, perché lui era un artista. Fatto e finito. Integrale.
La pittura era solo un tramite per raccontare le sensazioni che il mondo mutevole dei paesaggi e degli umani gli suggerivano. E lo faceva con grande intensità. Cromatica e figurativa.

Credo che avesse raggiunto quella maturità espressiva
che, per un artista, è anche il riconoscimento di valori consolidati. Di critica e di mercato. Ma il tempo è  stato maledettamente poco.   

La cronaca dice di un capo reclinato sul tavolo. Magari nel sonno vagabondo degli artisti. Gli sia lieve la terra .
Un abbraccio ai suoi cari e alla comunità di Bagolino che lo aveva adottato.
Un grazie a Ubaldo che ha raccontato l’evento con la precisione del cronista e con la grande sensibilità dell’amico.

Brescia  26 ottobre        PINO GRECO


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