«Urge la fusione, poi penseremo anche al nome»
di Aldo Pasquazzo

In occasione di un incontro fra amministratori, il punto della situazione sul processo di unificazione delle quattro realtà comunali della Valle del Chiese


Lunedi sera presso il Municipio di Condino si è svolto un incontro tra tutti i consiglieri comunali (Brione, Cimego, Castello e Condino naturalmente) per la discussione dei contenuti da inserire nel progetto di fusione, che verrà presentato alle popolazioni nelle prossime settimane.

Contestualmente, è stata approvata la "Road map" riguardante tutte le fasi di elaborazione, condivisone ed esposizione del piano.
Nell'occasione si è anche discusso del nome - Borgo Chiese - alla luce delle recenti prese di posizione portate avanti da un Comitato al quale quella denominazione proprio non piace.

Giorgio Butterini sindaco di Condino e presidente dell’ente Bim del Chiese, è come suo solito esplicito e anche bene informato.
Ascoltiamolo: «Attualmente, a causa di scadenze molto ravvicinate, non vi sono le oggettive condizioni per un ripensamento del nome, tuttavia non è escluso che in un secondo momento possa essere presa in considerazione la possibilità di valutare altre opzioni, rispetto all'intitolazione al momento concordata».

Ancora Butterini
: «Ribadisco che in questo momento è dovere e responsabilità degli amministratori lavorare intensamente sui contenuti e sulla comunicazione, poiché la fusione tra le quattro municipalità risulta tanto opportuna quanto necessaria, anche alla luce della prossima approvazione della riforma istituzionale che, in caso di insuccesso del referendum, obbligherebbe le nostre comunità a gestioni associate di tutti i servizi comunali all'interno di ambiti al di sopra dei 5.000 abitanti, oppure tramite la comunità di Valle: in altre parole, nella più plausibile e immediata delle ipotesi, Condino, per esempio, potrebbe unirsi a Storo o affidare la gestione dei propri servizi alla Comunità delle Giudicarie».

Anche il sindaco di Castel Condino
Maurizio Tarolli dice la sua: «Ho incontrato casualmente il collega Adreatta al quale parlando della possibile fusione ho ribadito che tra i quattro paesi ci può stare, purché abbia a garantire e mantenere adeguati servizi anche alla gente del circondario».

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