Furoshiki, mille idee da un foulard
di Laura

Il furoshiki è un foulard di forma quadrata, o un semplice telo di stoffa molto colorato o a tinta unita, utilizzato in Giappone per avvolgere gli oggetti, confezionare regali o creare piccole cose utili e decorazioni in pochi minuti. Furoshiki è anche l'arte di saper piegare e annodare i foulard


L’arte giapponese di avvolgere contenere, trasportare oggetti di ogni forma: un’alternativa elegante ed ecologica per preparare originali pacchi dono.
La sensibilità verso l’ambiente cresce e tornano in voga materiali e abitudini antiche, di cui si riscopre la modernità.

Dal Giappone arriva anche in Europa l’interesse per il Furoshiki, l’arte di imballare e trasportare le cose piegando e annodando un telo di stoffa.
Il furoshiki non è altro che un quadrato di stoffa; piegato e annodato in vari modi diventa di volta in volta borsa, imballaggio, contenitore, adattandosi a oggetti di ogni forma e mantenendo sempre stile ed eleganza.
 
È un oggetto che dimostra la raffinatezza e il gusto estetico così sviluppati della cultura giapponese. Scegliere e annodare un furoshiki è diventata un’arte che si tramanda di generazione in generazione.
Non basta un pezzo di stoffa qualsiasi, è importante scegliere il colore, il disegno e il tessuto secondo l’occasione. Un regalo, ad esempio,  richiede un furoshiki di seta, magari decorato con motivi tradizionali.
Dalle dimensioni della tela al disegno che lo impreziosisce, dalla tipologia del tessuto fino alle sfumature del suo colore, ogni dettaglio risponde a un preciso significato: la scelta del furoshiki, insomma, non si può improvvisare.
 
Originariamente utilizzato come fagotto per trasportare gli abiti puliti al bagno pubblico, diventa comune nel periodo Edo (1683-1868) quando anche tra i semplici cittadini si diffonde l’abitudine di frequentare i bagni pubblici, il fagotto per i vestiti  assume il nome di furoshiki, combinando appunto la parola furo (bagno) e una forma del verbo shiku che significa stendere.
 
Di solito l’oggetto da avvolgere viene posto al centro del furoshiki, diagonalmente.
Se ha una forma allungata, la stoffa che avanza ai lati viene piegata per bene attorno ad esso, prima da una parte e poi dall’altra nella direzione opposta.
C’è una legatura per trasportare bottiglie, una per i libri, gli oggetti tondi come l’anguria, la spesa giornaliera, un regalo e mille altre cose.
Il furoshiki  può essere di cotone, di seta, di tessuto sintetico.
Multicolore o in tinta unita, double face, dipinto a mano, stampato con le fantasie inesauribili della tradizione nipponica. Cucito a mano o a macchina, a buon mercato o costosissimo data la varietà dei tessuti.
 
Il revival del furoshiki ha anche una dimensione ufficiale, è stato infatti promosso dal Ministro per l’Ambiente giapponese, che ne ha suggerito l’uso quotidiano come alternativa ecologica all’utilizzo delle borse di plastica.
L’iniziativa è stata denominata “Mottainai Furoshiki”.
L’espressione “mottainai” significa “non sprecare”; si tratta di un termine ripreso da buddihsmo che fa riferimento all’essenza delle cose: tutte le cose  hanno un anima, sono lo spirito (kami) del materiale di cui sono state create; gettarle o sprecarle vuol dire non rispettare la loro anima.
 
Avvicinarsi alla filosofia del furoshiki, inoltre, non è solo un vantaggio per l’impatto ambientale ma significa anche ritrovare la bellezza nei gesti  semplici e quotidiani con fantasia e creatività.
Così il furoshiki non è soltanto un pratico accessorio eco friendly, ma può diventare un’alternativa elegante e originale anche alle classiche borse di pelle.
 
furoshiki.jpg