Commosso saluto a don Giacomo
di Cesare Fumana

L’intera comunità parrocchiale gavardese si è raccolta alla messa di domenica mattina per esprimere il proprio grazie al parroco che lascia dopo 17 anni


Non sono mancati momenti di commozione per il saluto a don Giacomo Bonetta, parroco di Gavardo, che dopo 17 anni alla guida della grande parrocchia valsabbina lascia per raggiunti limiti di età.
L’intera comunità parrocchiale gavardese si è riunita ieri mattina alla messa delle 10.30 per salutare e ringraziare il parroco per la sua lunga attività pastorale: tanti bambini e ragazzi dell’oratorio, gli alunni della scuola primaria parrocchiale, di cui don Giacomo era presidente, tante famiglie e fedeli di ogni età.

D'altronde un parroco lascia il segno nella vita di tante persone: dai matrimoni, ai battesimi, dalle cresime ai funerali, sono molti i momenti della vita cristiana che vedono il sacerdote presente.
In questi lunghi anni in tanti hanno avuto modo di conoscerlo e di apprezzarlo per le numerose iniziative che la parrocchia ha portato avanti.

Ieri don Giacomo non ha voluto fare bilanci né portare un saluto ufficiale, lo ha fatto dalle pagine de “Il Ponte”, il giornale parrocchiale. Nell’omelia ha preso spunto dalla parabola del Vangelo della domenica per invitare i fedeli a non essere cristiani di facciata ma persone impegnate nella vita della comunità e a rispondere affermativamente alla chiamata del Signore.

Al termine della messa un rappresentante del Consiglio pastorale parrocchiale e Affare economici ha preso la parola per un saluto “sincero e malinconico” ed esprimere il “grazie sincero e riconoscente”. Un saluto anche da parte di un rappresentante dell’oratorio: “Il distacco provoca sofferenza per la lontananza ma è sinonimo di autenticità dei rapporti”, ha detto una ragazza.

È toccato poi a don Fabrizio, l’attuale curato, portare il suo saluto con il quale ha tracciato un profilo di don Giacomo: un “prete prete” lo ha definito, “dedito alla sua comunità, senza una terra, senza una casa sua. Il prete – ha continuato – è per definizione un uomo senza terra: la sua terra è il Signore”. E prendendo spunto dalla pala dell’altare, fatta restaurare dal parroco, con la Madonna Assunta con le braccia aperte ha detto: “Anche la comunità di Gavardo la accoglierà a braccia aperte quando vorrà tornare a farci visita”.

Don Giacomo si trasferirà nei prossimi giorni a Brescia, dove è stato nominato canonico della cattedrale. Per questo la comunità gli ha donato il rocchetto e la mozzetta da indossare per le cerimonie in duomo.
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