Accelera la produzione industriale a luglio
di Redazione

L’attività produttiva delle imprese manifatturiere bresciane –secondo le rilevazioni del Centro Studi di Aib - ha registrato in luglio un significativo incremento, dopo la battuta d’arresto sperimentata a giugno.


L’industria della nostra provincia sembra quindi proseguire, pur con le evidenti difficoltà che caratterizzano l’attuale fase ciclica, il lento cammino di recupero dai minimi produttivi toccati lo scorso anno.
È quanto si evince dall’Indagine congiunturale viene effettuata mensilmente del Centro Studi di Aib su un panel di 250 imprese associate appartenenti al settore manifatturiero.

Nel dettaglio, la produzione è risultata in aumento per 43 operatori su cento, con un saldo positivo del 30% tra imprese che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione; tuttavia, il livello dell’attività è giudicato inferiore rispetto al potenziale dal 23% del campione. L’evoluzione del settore industriale bresciano risulta non del tutto allineata a quella nazionale: in luglio, l’indice PMI manifatturiero italiano si è nuovamente attestato in area espansiva, ma sui livelli minimi negli ultimi otto mesi, a conferma della persistente fragilità della ripresa del sistema produttivo nazionale.

La produzione è aumentata nei settori: carta e stampa, chimico, gomma e plastica, legno e mobili in legno, metallurgico e siderurgico, meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche, meccanica tradizionale e mezzi di trasporto, tessile; è rimasta invariata per gli operatori attivi nell’abbigliamento, nel calzaturiero e nel maglie e calze; è invece di poco diminuita per le imprese appartenenti all’agroalimentare e caseario e materiali da costruzione ed estrattive

Con riferimento alla suddivisione del campione per classe dimensionale, l’attività produttiva è cresciuta nelle imprese micro (fino a 9 addetti), piccole (10-49 addetti), medio-grandi (100-199 addetti), grandi (200-500 addetti) e maggiori (oltre 500 addetti), mentre ha subito una modesta contrazione per quelle piccole (50-99 addetti).

L’utilizzo degli impianti riflette nel complesso la dinamica dell’attività produttiva, con il 38% di operatori che dichiara di averlo aumentato. Il livello di utilizzo, rispetto al potenziale, è giudicato basso ancora dal 25% del campione.

Le vendite sul mercato nazionale hanno evidenziato un significativo incremento, con un saldo positivo del 24% tra operatori che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione; quelle nei Paesi comunitari sono cresciute per il 35% degli intervistati, con un saldo positivo del 18%; quelle nei Paesi extracomunitari presentano un saldo positivo del 15%.

Le prospettive a breve termine appaiono piuttosto pessimistiche e scontano, da una parte, la consueta chiusura della maggior parte dei stabilimenti produttivi durante il mese di agosto, dall’altra, le rinnovate perplessità circa la reale consistenza della ripresa europea e nazionale. Per quanto riguarda la produzione, il saldo tra imprese che prevedono variazioni in aumento e in diminuzione è ampiamente negativo (-22%). Le attese sull’utilizzo degli impianti risultano in aumento per l’8% degli operatori e in contrazione per il 32%. Gli ordini dal mercato interno sono in ribasso per il 31% delle aziende, con un saldo negativo del 23% tra coloro che dichiarano variazioni in aumento e in diminuzione; quelli dai Paesi UE ed extra UE evidenziano saldi negativi rispettivamente del 17% e del 10%.
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