E' vero che la piscina di Idro potrebbe chiudere?
di Federico Ferroni

Purtroppo, con sempre maggiore insistenza, corrono le voci secondo le quali la piscina di Idro, a fine anno, potrebbe chiudere...


Il quadro economico dell’impianto di Idro appariva già delicato, ma il colpo mortale lo avrebbe dato l’apertura, fissata per dicembre 2014, del nuovo impianto natatorio di Condino.
A Condino la piscina avrà il sostegno del comune per il 40%, mentre il restante 60% riceverà contributi dai comuni vicini.
La piscina, infatti, diventerà il centro di riferimento della Valle del Chiese, un territorio che, da Ponte Caffaro, si estende fino a Tione. Quale ulteriore vantaggio, vi è da considerare che il riscaldamento dell’acqua potrà beneficiare dell’acqua calda messa a disposizione gratuitamente dalla cartiera Cham Paper Group.

Due piscine, dunque, ma due realtà con storie e prospettive ben diverse.
La piscina di Idro nasce quale realizzazione di un desiderio di un’imprenditrice bresciana.
La piscina di Condino è la realizzazione del progetto di un territorio.
La differenze sono evidenti, ma i centri natatori hanno un dato comune: i beneficiari sono due comunità, una a nord e l’altra a sud del lago d’Idro.

Due comunità  cugine ma non sorelle perché la Valle del Chiese ha importanti privilegi fiscali che la Valle Sabbia non ha. Tuttavia, se guardiamo meglio, anche la Valle Sabbia un privilegio, in questo caso, ce l’ha.
Una persona che decide di realizzare un sogno e decide di regalare una struttura d’eccezione ad una comunità. Lo definisco regalo perché tutti sanno che una piscina non è un investimento remunerativo e la piscina di Idro è veramente una piscina d’eccellenza. (Consideriamo che la piscina di Condino è costata 4 milioni di euro).

Ma, forse, la differenza più importante e cha va al di là del dato economico è che nella Valle del Chiese c’è un territorio che è pronto a sostenere questa nuova struttura impegnandosi con continuità.
In Valle Sabbia, invece, il sostegno del territorio non mi è sembrato così determinante, forse anche perché non si è avuta, finora, la consapevolezza che, se questa struttura finisce, difficilmente altri privati sceglieranno la nostra valle per investire nel sociale.

Sì perché, se da un punto di vista industriale la Valle Sabbia si è dimostrata eccezionale, dal punto vista delle opportunità di socializzazione la valle, purtroppo, considera naturale che l’erba del vicino sia sempre più verde e, quindi, cerca altrove quello che qui non trova.
Sarebbe, invece, opportuno rompere questo schema ed avviare un nuovo circolo virtuoso in cui si creino strutture per i valsabbini e i valsabbini abbiano la consapevolezza e l’orgoglio di sostenerle.

Non voglio assegnare ad una piscina un ruolo più significativo di quello che ha, ma riconoscere in essa, anche per come è nata, quasi uno spartiacque tra ciò che può essere o non essere la nostra vita comunitaria in Valle Sabbia.
Perché la piscina è un luogo che si apre a tutti, soprattutto durante i lunghi inverni e si presta a diversi utilizzi: passione sportiva, piacere rilassante, intenti curativi e, non ultimo, desiderio di imparare e migliorarsi.

In Valle Sabbia ci sono sicuramente altri luoghi in cui è possibile ritrovarsi, ma la piscina rappresenta un’eccellenza perché è un luogo pubblico valsabbino che non ha nulla da invidiare a quello che possiamo trovare altrove.
La piscina è la rappresentazione concreta che, anche per quel che riguarda la socializzazione, la Valle Sabbia può essere meglio di qualsiasi altrove, sia esso Salò o Condino. Che noi per primi, cittadini valsabbini, possiamo amare e sostenere il luogo in cui abitiamo senza avvertire costantemente il bisogno di uscire da qui per trovare ciò che manca.

Mi rivolgo ai nostri amministratori, in particolare modo alla comunità montana, che rappresenta l’istituzione che meglio può guidare il nostro futuro, chiedendo “Non è possibile intervenire per salvare una struttura che ci è stata “regalata”?” 

Chiedo al nostro Presidente Flocchini di considerare che l’alternativa è tra il privare la valle di un importante centro sportivo e lo sprecare milioni di euro di noi cittadini per costruirne uno nuovo quando, invece, con costi di gran lunga inferiori, potremmo sostenere l’eccezionalità di quanto abbiamo.
Anche ai comuni limitrofi, alle associazioni, ai privati, alle scuole, ai vari Grest estivi: prima di iniziare ad organizzare pulmini per Condino o Salò, non possiamo organizzarli verso la NOSTRA PISCINA?

Non rinunciamo a quello che abbiamo.
Una comunità può morire anche per rinuncia.

Federico Ferroni

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