Habitar ha fatto Tris
di Marisa Viviani

L'associazione culturale bagossa ha organizzato per il terzo anno consecutivo, nella Piana del Bruffione, uno spettacolo davvero interessante



Tre su tre. Habitar in sta terra ha fatto tris: tris d'assi.
E' cominciato tutto due anni fa con un concerto al sorgere del sole del
Trio Campato in Aria (Richiedei, Ottolini, Castrini) e della cantante Vanessa Tagliabue Yorke; l'anno successivo è stata la volta nella luce del tramonto del coro Cantores ad Nives diretto da Laura Crescini; quest'anno sfidando un meteo sfavorevole e bizzarro, sempre nell'ora che volge il disio e sempre nella cornice dei monti della Piana di Bruffione, tre giovani attori, da poco diplomati presso la Scuola di Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano, hanno intrattenuto i temerari spettatori con una rappresentazione teatrale avvincente, completando in pieno successo il tris di offerte culturali di qualità dell'estate montana della Valle del Caffaro, un tris d'assi davvero.

L'associazione Habitar in sta terra di Bagolino ha così organizzato per il terzo anno consecutivo uno spettacolo interessantissimo, prima musicale strumentale e vocale, poi musicale corale, ora teatrale, aperto a tutti, ma seguito certo da un pubblico di veri appassionati, entusiasti di poter seguire nella pace delle montagne il lieve soffio dell'arte, proposta qui con la discrezione senza clamori che ben si addice allo stile sobrio ed essenziale dell'ambiente montano.

Si chiamano Marianna Folli di Idro, Paolo Grossi di Bolzano, Gabriele Scarpino di Rovellasca (Como) i tre attori esordienti che hanno intrattenuto gli spettatori con tre pièces tratte dal dramma teatrale
Mistero Buffo di Dario Fo e Franca Rame.

«Siamo tre cantastorie, ci avevano offerto un ingaggio alle Maldive, ma noi abbiamo preferito venire a Bagolino».
Hanno esordito così i tre attori, con l'ironia che ha poi caratterizzato tutto lo spettacolo, ispirato alla straordinaria opera teatrale della coppia Fo-Rame, che è tra le più rappresentate al mondo; e non di facile interpretazione, poiché presuppone un talento e una preparazione drammatica non comuni.

Non è un caso infatti che i tre giovani attori, diplomatisi solo in luglio ma assai professionali, provengano da una selezione rigidissima, che ha visto accogliere nel loro corso di recitazione, su varie centinaia di aspiranti, soltanto dodici studenti, i migliori dunque per talento e attitudine drammatica.

Ciascun attore ha presentato una storia presa dal dramma in quindici quadri
Mistero Buffo e Altre Storie, che tutta la classe dei nostri attori ha rappresentato recentemente in Francia, ad Avignon.
Ogni storia è stata interpretata con un linguaggio diverso, che si ispira al
grammelot, il singolare insieme di suoni e onomatopee che richiamano lingue e dialetti specifici con la loro particolare inflessione, ma puramente inventato e non identificato in parole riconoscibili, e reso comprensibile dalla grande capacità mimico-espressiva dell'attore; grandissimo maestro del grammlot fu, ed è ancora oggi alle soglie dei novant'anni, proprio Dario Fo.

La prima storia,
La nascita del giullare, è stata presentata da Paolo Grossi, che ha recitato in dialetto trentino/tedesco secondo la propria origine famigliare; ha narrato la vicenda di un contadino che lavorava la terra incolta di una montagna, il cui il padrone ne rivendica poi la proprietà iniziando a vessarlo, finché Gesù Cristo non gli dà il dono del linguaggio e dell'ironia trasformandolo in giullare, colui che può prendersi gioco del potere e può mettere a nudo vizi e le malefatte dei potenti.

La seconda storia,
Dedalo e Icaro, è stata interpretata da Marianna Folli, che l'ha recitata in dialetto brescian-valsabbin-padano, secondo la versione di Dario Fo, diversa da quella classica; infatti Icaro precipita non per sciocca superficialità giovanile, ma perché rifiuta di scendere sulla terra dove imperversa il male e la violenza, La mé piàs mìa chèsta realtà, preferése star qua, non sentire il dolor, dice Icaro al padre Dedalo che cerca di convincerlo a tornare verso terra, ma Icaro vuole cercare un posto migliore per vivere e continua a volare alto; con l'esito che sappiamo.

L'ultima storia è quella di Gabriele Scarpino,
Il grammelot del tecnocrate americano, recitato in grammelot puro.
Se conoscete l'americano non capirete niente, se non lo conoscete capirete tutto, ha esordito l'attore, invitando il pubblico ad immaginare una scena in mondovisione, in cui un tecnocrate arriva dall'America proprio sulla Piana di Bruffione (adattissima allo scopo), per i suoi esperimenti megascientifici, raccontati con il particolare linguaggio scenico del
grammelot e l'espressione mimico-gestuale.

Gli attori
hanno interpretato le storie con una sicurezza e una capacità espressiva notevoli, dimostrando di possedere già, a pochi giorni dal termine degli studi, una recitazione matura e una personalità drammatica ben delineata; il gradimento del pubblico infatti è stato senza riserve.

Quanto ai nostri tre giovani artisti, intervistati sulle loro prospettive future, hanno confermato con sicurezza la volontà di proseguire lo studio e il lavoro nel campo dell'arte drammatica.
Per noi è vitale la comunicazione attraverso il linguaggio e la narrazione di storie nostre o di altri, comunicare è un'urgenza indispensabile.

Non è casuale infatti che pur essendo neodiplomati, i tre giovani abbiano già programmi di lavoro imminenti; Paolo Grossi è stato scritturato da
Marco Bernardi per La vita che ti diedi di Pirandello per il Teatro Stabile di Bolzano, in tournée da settembre a febbraio; Marianna Folli ha in cantiere un lavoro tutto al femminile, Quattro anni fa mia cugina è caduta da una sedia di Greta Cappelletti, regia di Livia Ferracchiati, attrici Marianna Folli, Petra Valentini e Federica Garavaglia; Gabriele Scarpino, che è molto orientato verso il teatro di strada, ha un ingaggio per la Fiera Internazionale del Mobile a Londra con due aziende di architetti e scenografi che promuoveranno la creatività dell'artigianato italiano attraverso scene di drammatizzazione teatrale.

Che dire di più di questo meraviglioso pomeriggio
teatrale in alta quota e dei bravissimi attori? Che i tre giovani sono disponibili e aperti a collaborazioni teatrali, insieme tra loro o con altri colleghi.

Se la rappresentazione non vi piacerà fate finta di niente, non dite nulla a nessuno, avevano raccomandato i tre attori all'inizio dello spettacolo, ma se vi piacerà ditelo a tutti, diffondete la notizia.

Lo spettacolo è piaciuto moltissimo, e noi che lo abbiamo apprezzato invitiamo a seguire questi tre promettenti attori, sostenendone il talento e l'impegno con offerte di lavoro teatrale nei propri paesi, perché se anche non sono le Maldive, i nostri giovani apprezzeranno la fiducia e anche l'ospitalità.
Infatti nella Valle del Caffaro ci sono venuti con piacere, e del resto, chi ha mai detto che Bagolino non abbia niente a che spartire con i tropici e i suoi mari caldi?

Se la battuta vi incuriosisce, tenete d'occhio
Vallesabbianews nei prossimi giorni, notizie da Bagolino, si intende. (E chissà che i nostri bravi attori non trovino spunto per una trasposizione della scienza al teatro, per farci comprendere e apprezzare divertendoci i misteri e i tesori di casa nostra).

Al termine dello spettacolo Habitar in sta terra ha offerto ai partecipanti un rinfresco
in vero stile da Coro di Bagolino (noto per qualità, quantità e varietà; non a caso infatti tra gli organizzatori erano presenti alcuni coristi).
Anche in questa occasione la base di appoggio dell'organizzazione è stata Malga Bruffione di Primo e Maria Stagnoli, che hanno gentilmente ospitato l'iniziativa, offrendo come sempre assaggini di prodotti locali e i famosi zuccherini della Maria; anche a loro va quindi il ringraziamento per l'ospitalità ricevuta a completamento della bellissima manifestazione.


POST SCRIPTUM: dopo il tris, per l'anno prossimo ci attendiamo da
Habitar in sta terra un pocker: d'assi, naturalmente.

Marisa Viviani

Per contatti e informazioni:
paologrossi89@virgilio.it ; mariannafolli@gmail.com ; gabriele_sca@hotmail.it

Nelle foto: Marianna Folli, Paolo Grossi (con la barba), Gabriele Scarpino (in bianco) - Il rinfresco offerto da Habitar in sta terra presso Malga Bruffione

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