Quella centrale merita un referendum
di val.

Una consultazione referendaria. E’ quanto chiede Gaia, il Comitato spontaneo di cittadini che vuol vederci chiaro sulla centrale di cogenerazione a biomassa che l’Amministrazione di Gavardo prevede di costruire


In cinque punti ecco il no secco di Gaia alla realizzazione dell’impianto di cogenerazione a biomassa progettato a Gavardo.
Gaia sta per Gavardo Ambiente Informazione Attiva e il portavoce è Filippo Grumi che ci dice: «Il nostro non è un No a priori, come qualcuno vuol far credere. E’ un No a quello che si sta facendo a Gavardo».

E ce lo spiega in cinque punti:

«Una scelta calata dall’alto, perché la popolazione non si è mai potuta esprimere in merito, a causa della poca trasparenza di quest’amministrazione che ha fatto di tutto per tenere nascoste le sue reali intenzioni e una volta scoperta l’entità del progetto ha solo fatto disinformazione o addirittura mentito ai suoi cittadini»

«Com’è che i progettisti hanno già individuato un’area al di fuori del centro abitato per costruire la centrale e noi non ne sappiamo ancora nulla? Anzi: Dentro il Sole Spa chiede una proroga di 45 giorni per la consegna del progetto e gli vengono concessi 4 mesi?»
Ma andiamo avanti:

Quella centrale è inutile perché a Gavardo non esiste un problema di smaltimento dei residui della lavorazione del legno, non esiste una filiera di produzione del cippato e mai ci sarà. I risparmi previsti possono essere raggiunti anche con altre tecnologie più affidabili e meno impattanti sul tessuto urbano.

E’ costosa. Già erano previsti due milioni e 400 mila euro di finanziamento per realizzare l’impianto, ma ora che la localizzazione sembra essere diversa i costi, probabilmente, saranno di almeno tre milioni di euro che i cittadini di Gavardo dovranno restituire di tasca loro e anche con gli interessi. Il tutto per risparmiare 41mila euro l’anno, che è il risultato operativo previsto dai conti che hanno fatto loro. Vi sembra una scelta di buon senso?
Sarebbe sufficiente tagliare la metà dello stipendio agli assessori gavardesi, che ultimamente è stato quasi raddoppiato, per avere lo stesso risparmio e senza investire nulla.

E’ pericolosa. Basta vedere i numerosi studi che confermano la pericolosità per la salute delle emissioni di questi impianti e le scelte dell’Amministrazione lo confermano, nessuno può garantire l’assenza di guasti tecnici simili a quelli a cui sono soggetti impianti simili a questo che impediscono di avere qualsiasi certezza sulle emissioni in atmosfera».

Poi Grumi passa alle richieste:

«Chiediamo al sindaco di rendere pubblici i documenti relativi all’offerta tecnica presentati dalla ditta a maggio 2014 e anche di quella in variante prevista per settembre».

«Le revisioni e le retromarce fatte da questa amministrazione confermano la fondatezza delle critiche e la superficialità con cui si affronta l’argomento, quindi chiediamo di fare chiarezza sulla nuova localizzazione, sui nuovi costi legati ad essa, sul nuovo conto economico dell’operazione e di chiarire gli accordi con i privati».

«Cambia il progetto da due a una sola centrale, cambia la tecnologia e il posto, ma il sindaco garantisce che il finanziamento non cambia. Chiediamo documentazione scritta da parte dell’ente che ha rilasciato il primo finanziamento che confermi che anche la variante godrà dello stesso finanziamento».

Infine Gaia chiede «Ai consiglieri comunali, di proporre una consultazione referendaria (come prevede lo Statuto comunale) su questo tema, perché finalmente i cittadini si possano esprimere a favore o contro questo progetto che cambierà radicalmente Gavardo per i prossimi 20 anni».


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