In lotta fra la vita e la morte
di Ubaldo Vallini

Restano gravissime le condizioni di Marco Minelli, il 47enne di Nave che da sabato mattina è ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Santa Chiara di Trento.


L’uomo non avrebbe ancora ripreso conoscenza, dopo il ruzzolone di cui è rimasto vittima a mentre con un gruppo di amici si trovava a monte della diga di Malga Bissina, in Valle di Daone.

Rimangono così in forte apprensione e in  trepidante attesa, nella speranza che i medici possano sciogliere favorevolmente la prognosi, la moglie Tiziana Negroni, la figlia di 15 ed il figlio di 6 anni, insieme a tutti i parenti e le amicizie che la famigliola cura a Nave, dove abita, e nelle Giudicarie dove i Minelli sono soliti trascorrere i periodo di vacanza.

Marco era salito fin nei pressi della Malga Ervina aggregandosi ai cacciatori di Daone, che sabato erano impegnati nel censimento delle coturnici.
Le operazioni, che hanno lo scopo di dare indicazioni in merito alla possibilità di cacciare il galliforme, che divide gli spazi alpini con i tetraonidi, si erano concluse intorno alle 10 e 30.

Un improvviso peggioramento delle condizioni meteo aveva a quel punto suggerito il rientro ed il gruppo si era diviso in due scegliendo strade diverse. Lungo il sentiero, ad uno dei compagni di Marco che ogni tanto si fermava per scattare delle fotografie ai cani era scivolata la fotocamera.
Lui senza esitare si è proposto di recuperarla scendendo lungo un ripido pendio per una trentina di metri.

Nessuno ha visto come ha fatto ad inciamparsi e a perdere l’equilibrio.
L’hanno però notato ruzzolare fra rocce aguzze e sassi senza riuscire a fermarsi, e sparire nella nebbia sottostante.
Dopo aver dato l’allarme al 118, l’amico Luca è sceso per circa duecento metri prima di riuscire ad individuarlo. Era svenuto, ma respirava ancora. Importanti soprattutto i traumi rimediati dall’uomo alla testa, impossibile portarlo via di lì senza un elicottero.

Nonostante l’intervento del velivolo da Trento, le operazioni di recupero sono state piuttosto complesse e sono durate un paio d’ore.
A rallentarle il maltempo, ma anche la zona particolarmente impervia.
Se ne sono occupati gli stessi cacciatori, che quegli anfratti li conoscono bene, i Vigili del Fuoco di Daone, quattro uomini del Soccorso Alpino e l’equipaggio dell’elisoccorso.

Alla fine, dopo che un medico era riuscito a raggiungere il ferito e a stabilizzarne le condizioni, è stato possibile caricarlo sull’elicottero e portarlo al nosocomio trentino.

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