Seconda serata: un crescendo di emozioni
La rassegna č cominciata, le ore di sonno sono poche e cominciano a farsi sentire, ma il Premio Tenco č una maratona che va vissuta ed assaporata fino alla fine...
Davide continua a raccontarci della sua straordinaria esperienza.


La rassegna è cominciata, le ore di sonno sono poche e cominciano a farsi sentire, ma il Premio Tenco è una maratona che va vissuta ed assaporato fino alla fine e quindi si tiene duro. Siamo nel pieno del Festival, e qui si comincia a volare veramente alto. Si ricomincia con le conferenze di mezzogiorno e del pomeriggio, che ci traghettano verso il concerto della sera.
La seconda serata è probabilmente quella più intensa e coinvolgente, praticamente perfetta, non una sbavatura, non un artista sotto le aspettative. Probabilmente la migliore delle tre (la terza è per palati molto fini). Gli artisti che si alternano sul palco sono tra i migliori della scena musicale italiana ed europea.

C’è Edoardo Bennato che si presenta in occhiali da sole e accompagnato da due musicisti, che da una scossa Folk-rock trascinando tutto il pubblico che sembra fatichi a stare seduto e voglia alzarsi a ballare.
Carmen Consoli che si accompagna solamente con la chitarra sottolineando la sua voce splendida e particolarissima, Ginevra Di Marco che dopo l’esperienza con i CSI ed i PGR si cimenta con il genere Folk nel senso proprio della parola, cioè popolare, ed è vulcanica ed esplosiva, tocca poi a Ricky Gianco accompagnato da Patrizio Fariselli ( ex AREA) che con una valanga di note strappa un applauso ancora ad inizio canzone. Decisamente uno tra i migliori musicisti nel panorama italiano.

Mauro Ermanno Giovanardi sarĂ  invece la vera rivelazione, sul palco a suo agio come un bambino in un negozio di caramelle coinvolge ed emoziona, la sua voce accompagnata da poche note riempie tutta la sala, a fine performance applausi scroscianti per alcuni minuti.
Torna un vecchio amico del Tenco, e cioè Max Manfredi, serio ed impegnato sul palco si rivelerà mattatore nel dopotenco cantando una parodia di Luigi Tenco dal titolo “Mi sono innamorato di Tex”. Quando Enrico De Angelis gli chiede di eseguirla risponderà “è come bestemmiare in Vaticano...lo faccio volentieri”. Poi è la volta di Paolo Simoni, gli Skiantos, Peppe Voltarelli e gli Ardecore (Targa Tenco all’opera prima).

Il tempo (e il Tenco) scorre veloce, trascinati da questi maestri della canzone, e la frase che si sente riecheggiare a fine spettacolo è ”il Tenco è sempre il Tenco”. Anche i vecchi nostalgici sono costretti a ricredersi.
Lo spettacolo continua al Roof nel dopospettacolo, soprattutto quando sono gli Skiantos a prendere posto sul palchettino, geniali e dissacranti propongono anche il loro pezzo storico “mi piaccion le sbarbine” che il colto pubblico dimostra di conoscere cantandola a squarcia gola..
Tra bicchieri di vino e chitarre è quasi mattino, poche ore di sonno sono quelle che servono per poi affrontare l’ultima giornata del Tenco.
A mezzogiorno si ricomincia.

dall'inviato Davide Vedovelli
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