Medicalizzata senza medico, Areu torna alla carica
di Ubaldo Vallini

Subbuglio in Valle Sabbia per la rinnovata proposta dell'Azienda regionale Emergenze Urgenze (Areu), resa pubblica tre anni fa e rispolverata in questi giorni, dopo un lungo periodo di deroghe



Infermieri al posto del medico sulle ambulanze medicalizzate di Vestone e di Gargnano, col rianimatore che sarà a disposizione invece su un'auto medica che partirà da Roe Volciano.
E' questo in sintesi il destino per il sistema dell'emergenza urgenza di Valsabbia e dell'Alto Garda, secondo i disegni Areu.

Ad indicarlo una delibera regionale che risale all'estate del 2011, la cui mancata applicazione, fino ad ora, è dovuta alla sollevazione popolare, degli stessi volontari che al mezzo di soccorso forniscono h24 l'autista soccorritore, e di alcuni sindaci, soprattutto dell'alta valle, che si sono "messi di traverso".

Areu però è tornata alla carica nei giorni scorsi, in occasione di un incontro avvenuto nella Casa della valle di Nozza durante il quale i vertici dell'azienda, il dottor Zoli per il livello regionale e il dott. Mare per quello provinciale, hanno nuovamente incontrato i sindaci, forse per verificare se con l'ultima tornata elettorale il fronte si è rotto.

«Ad essere preoccupati sono soprattutto i sindaci dell'alta valle» è la sintesi di uno di loro, Giovanmaria Flocchini, presente all'incontro anche nel ruolo di presidente della Comunità montana.

«La proposta di Areu è da valutare e siamo convinti che la salute dei cittadini venga prima di qualsiasi ipotesi di risparmio.
La speranza è che a prevalere possa essere il buon senso".

Sul piatto, i responsabili di Areu hanno messo anche l'ipotesi di sperimentare il volo notturno con l'elicottero.
«Vedremo - ha aggiunto Flocchini a questo proposito -. Se serviranno un paio di punti adeguati agli atterraggi certo non faremo mancare il nostro impegno come amministratori. Certo il volo notturno non può essere considerato alternativo alla presenza del medico in Valle».

La storia della Medicalizzata della Valle Sabbia e cominciata nel 2001.
"Da allora fino alla fine dello scorso anno, il medio a bordo e intervenuto 5.700 volte, percorrendo più di 25 mila chilometri. 612 gli interventi lo scorso anno, quasi sempre su emergenze gravi" afferma Roberto Turri Zanoni, quando gli si dice che forse un medico rianimatore in Valle Sabbia 24 ore su 24 è sprecato.

Turri Zanoni è il presidente del sodalizio che in Valle Sabbia riunisce sotto la sigla Ampas gli otto gruppi di volontari dell'Alta valle.
Sono loro, e i volontari di Pronto Emergenza di Odolo, a garantire la presenza h24 di un autista soccorritore.

«Si tratta di un servizio di fondamentale importanza, in una valle già disagiata per la difficile disposizione delle vie di comunicazione, che gravità su un ospedale, quello di Gavardo, che non è' neppure polispecialistico - aggiunge Turri Zanoni - e ci vogliono far credere che con gli infermieri in ambulanza il servizio possa essere lo stesso?
Perché' non lo fanno anche in ospedale, di sostituire i medici con gli infermieri, se è' vero che non cambia nulla».

È il medico a Roe? «Non ho proprio voglia di scoprire cosa succede se è impegnato a Bagolino e lo chiamano a Limone del Garda» è stata la risposta.


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