Alone, un lembo di terra ricca di fascino e storia
di Alfredo Bonomi

Il “Parco delle Fucine” in quel di Casto è meritatamente diventato un’attrattiva per molti bresciani perché coniuga felicemente la particolarità del paesaggio e le peculiarità naturalistiche, quasi uniche a livello provinciale


A queste si accompagna la storia dell'antica lavorazione del ferro.
In questo contesto l’acqua è elemento determinante.
Proprio in queste vallette laterali, dominate dall’abitato di Alone, sono sorte a partire dal secolo XIII parecchie fucine che trasformavano il ferro in utili attrezzi.

Anzi, a ben riflettere, la ragione d’essere di Alone, oggi in posizione un po’ negletta e forse proprio per questo sostanzialmente risparmiato dall’urbanizzazione invasiva altrove dominante, è proprio da ricercare nella presenza di corsi d’acqua con portata abbastanza costante e tale da permettere il battere dei magli per produrre innumerevoli attrezzi agricoli e chioderie di ogni tipo, smerciati in molte Regioni d’Italia.
Il borgo, con belle dimore che denotano una passata floridezza e comunque buon gusto (su tutte domina la casa Passerini, un palazzetto con una facciata di squisita eleganza aperta su tutta la valle) mantiene intatto il suo fascino e merita bene una visita perché qui le pietre “parlano ancora”, raccontano la loro storia e quella degli uomini che le hanno modellate.

Le antiche mulattiere
che mettevano in comunicazione il paese con il fondovalle, con la valle Trompia e quindi con Brescia, sono ancora visibili, scandite da parecchie “santelle” devozionali arricchite da pregevoli affreschi che richiamano quelli abbondantemente presenti sulle pareti delle case sino a pochi anni fa.

Certo, quella degli abitanti di Alone è stata storia di fatiche, ma anche di ingegni e di traguardi raggiunti. Un prezioso registro conservato nell’archivio parrocchiale riassume il percorso della vita della comunità religiosa legata alla chiesa di S. Lorenzo a partire dai primi anni del 1400.
Sono pure ben chiare le testimonianze dell’intraprendenza dei “trafficanti di ferro” di Alone e precisamente Bortolo Pellegrini, Cesare Zanelli, Angelo Passerini e Pietro Uberti.

I Passerini, partiti dal paese alla fine del 1700, hanno segnato per tutto il 1800 buona parte della vita economica valligiana e si sono imposti a livello provinciale.
Le altre famiglie, presenti con dovizia di mezzi ad Alone, hanno incontrato il declino con il tramonto delle fucine tradizionali nel corso del 1800, oppure hanno abbracciato la via delle libere professioni.
Comunque un dato è assodato e precisamente l’importante ruolo avuto da questo paese “ubicato tutto solo”, in un angolo del Savallese, nella nascita dell’”arte” della lavorazione del ferro.

Oggi è un’oasi di tranquillità
dove si coglie ancora il palpito del tempo trascorso.
In questo “quieto ritiro” il prof. Vittorino Chizzolini, grande “profeta educativo della scuola bresciana” e “padre amoroso” di molti giovani desiderosi di apprendere ma poveri di mezzi economici, ha maturato molto del suo pensiero pedagogico durante soggiorni distensivi tra persone disponibili ed intelligenti.

Alfredo Bonomi
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