Hai mai trascorso una vacanza bucolica?
di Laura

Con questa parola si attinge ai caratteri della poesia bucolica, richiamandone le ambientazioni, i toni, le atmosfere...





Dal greco boukolikos pastorale, derivato di boukolos pastore di buoi.
 
Tale genere poetico, che ebbe grande successo fra i Greci e fra i Romani e che non ha mai smesso di essere un importante riferimento durante tutta la storia della nostra letteratura, si fondava su un'idealizzazione della vita campestre.
Secondo questo immaginario le campagne erano luoghi ameni abitati da allegri pastori e agricoltori dediti a schermaglie amorose, a danze, a esercizi poetici e, talvolta, a un lavoro leggero e festoso. I paesaggi erano idillici e tendenzialmente non c'era un problema serio al mondo.

Non c'è bisogno di puntualizzare che questo tipo di immaginario è completamente slegato dalla difficile condizione di vita in cui per secoli hanno vissuto pastori e agricoltori, ma cionondimeno è potentissimo, e ancora oggi ha una presa d'acciaio sulla fantasia della gente.
Basti pensare alla miriade di pubblicità di generi alimentari che vi si rifanno per dipingere luoghi di produzione incantati e materie prime genuine.

Ad ogni modo questa parola non va liquidata come superficiale e ingannevole: essa può rappresentare un serio approccio nei confronti della natura, l'atteggiamento di chi vuole e di chi sa godersi la campagna.
Così per l'estate si può scegliere di passare una vacanza bucolica lontana dall'afa cittadina, la gita bucolica con gli amici ci dà nuovo respiro, e ricorderemo per molti mesi la festa bucolica a cui abbiamo partecipato.
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