Assemblea trentina per la Valsabbina
di Elisa Pasquazzo

All’inizio di maggio era stata la volta del Palabrescia di via San Zeno, qualche giorno fa è toccato all’utenza trentina valutare ed approvare l’andamento della propria Banca Cooperativa Valsabbina. Preoccupa la crisi di alcune aziende



Per l'occasione, l’auditorium del Cinema Teatro Oratorio di Storo era strapieno di gente.
Dalla platea pochi interventi, di cui due riconducibili all'area di Marco Nascimbeni.
La signora Ghezzi, originaria di Pradibondo e dipendente dell’ente scuola materna Coesi di Lodrone, ha chiesto se fosse possibile conoscere quanto percepiscono gli amministratori.
Le ha risposto Marco Bonetti che in Valsabbina è il direttore centrale dell’area mercato.
“Presidente a parte siamo sui 600 mila euro all’anno ripartiti tra tutti i consiglieri (prima undici e ora tredici n.d.r.), cifre sicuramente inferiori rispetto ad altri istituti”.

La banca lombarda, veneta e trentina, da queste parti non ha all’interno del cda un proprio rappresentante.
La presenza di un referente sarebbe quanto mai auspicabile. E’ anche ben vero che c’è Aldo Menestrelli ma non è certo da queste parti. Anzi è bresciano a tutti gli effetti.
Va bene intrattenere rapporti con direttore e funzionari ma la gente chiede qualcosa di più. Se contrariamente al passato fosse una quota rosa (anche non nota ma semplice e alla mano) meglio ancora.
Già qualche tempo fa si era fatta una simile ipotesi che poi non stata presa in considerazione

Sul palco, assenti il presidente e il capo personale
e dirigente del comparto marketing, c'era il vice direttore generale Tonino Fornari.
I relatori hanno trattato le questioni del bilancio, ma anche altri argomenti, fra i quali la determinazione del prezzo delle azioni per l’esercizio in corso.
Rispetto  al 2013 –  è stato detto – pur di fronte ad un contesto congiunturale ancora difficile e incerto abbiamo riscontrato un miglioramento della redditività”.
L’utile netto, in sensibile aumento ( più 152,8%) ,si attesta ad euro 7,7 mln.

Nello scorso esercizio
il pagamento del dividendo era avvenuto in azioni in ragione di euro 0,27; quest’anno il consiglio di amministrazione ha ritenuto di adeguarsi alle disposizioni più volte ribadite dell’organo di vigilanza e cioè - qualora confermato in sede assembleare - di distribuire ai soci utili in misura inferiore  al risultato d’esercizio conseguito.

.in foto Luca Mora, direttore sede di Storo


BOX a cura di Aldo Pasquazzo

Su sede e filiali trentine il direttore Luca Mora ha fatto sapere che le sofferenze sono molto contenute e la raccolta sta andando altrettanto bene.
“I nostri intendimenti – ha aggiunto il dirigente di Gavardo - sono e restano quelli di aiutare nel modo più possibile il socio e le imprese, valle di Ledro compresa, anche se le  situazione è e resta davvero critica".

I destini del comparto legno e di piccole imprese non sono per niente rassicuranti. Anzi.
Le notizie ultime indicano che sono a rischio attività e posti di lavoro.
La Legno Più (prima gestione fratelli Pelanda e ora Gruppo Paternò) con sede a Condino era stata considerata una risorsa ma ora è a rischio chiusura.
Poi vi sono altre realtà come Trentino & Master Legno, entrambe di Storo, le cui prospettive sono da considerare tramontate”.

Sommando queste situazioni i posti di lavoro andati in fumo sono almeno un centinaio.
Una prospettiva diversa riguarda invece il gruppo Bordiga di Lodrone che accanto al legno sta ora affiancando il pellet i cui posti di lavoro potrebbero arrivare sino a quindici.


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