Dopo il commissario tocca a Zanetti
di Elisa Pasquazzo

Diego Zanetti, già agente del corpo forestale operante presso la stazione di Ledro, è il nuovo rettore (una volta si chiamava presidente) della sezione cacciatori di Storo. La questione dei cinghiali


Zanetti succede  al concittadino darzese Danilo Piccinelli che si era fatto in  disparte da circa un mese o poco più. Il mandato di quest’ultimo si sarebbe concluso a fine anno, ma ragioni di ordine esclusivamente professionale lo avevano indotto a farsi anticipatamente in disparte. 

Nel contempo la sezione, che conta 124 soci, era stata sottoposta a commissariamento il cui facente funzioni - designato dalla Associazione Cacciatori Trentini – risultava essere Severino Nicolini di Daone. Quest’ultimo è il referente di zona che di fatto rappresenta in ambito del parlamentino provinciale le doppiette di valle. Poi qualora si riscontrassero vuoti gestionali è quasi sempre lui a gestire il periodo pre-assemblea.
Inizialmente per il dopo Piccinelli circolavano altri i nomi, ma nessuno dei tre candidati in odore di succedere al rettore si era alla fine proposto.
Qualche giorno fa la scelta assembleare ha riguardato l’intero direttivo il cui mandato scadrà per tutti a dicembre.
In questo caso il suo vice Candido Briani, il segretario Fabrizio Piccini nonché i consiglieri Luigi Zontini, Pietro Grassi, Giovanni Schivalocchi e Gianluca Faes.

«Direi che l’indicazione su Zanetti è non solo  positiva, ma ha riscontrato consensi. Inoltre va interpretata sotto certi aspetti come desiderio di  volersi rinnovare» avverte lo stesso Nicolini.
Che  aggiunge: «Zanetti mi sembra intenda chiedere trasparenza e molta collegialità, ma non cerca di certo imposizioni. So, cosa che altri già fanno, che il rettore sarebbe propenso a promuovere alcune giornate ecologiche attraverso le quali lavorare per ripristinare sentieri "da mont" o cascine in via di abbandono».

Altra questione che Zanetti intenderebbe portare avanti (il forestale ha tra l’altro casa a Daone) riguarda il ripopolamento di camosci da effettuarsi in Val Lorina congiuntamente con le sezioni di Tiarno e Bondone.
Sulla presenza o meno di cinghiali, questa la sua considerazione: «Di maiali selvatici ce ne sono ma molto meno però rispetto ad una volta. Io, come sezione, sarei dell’idea di intervenire aiutando il proprietario del podere a delimitare l’area con pali e rete di recinzione».

La nota
Anche nella  zona  sopra l’abitato di Darzo, in località Vigne, per il passato i cinghiali c’erano e prolificavano.
In un podere appartenente a Romeo Grassi, dove prevalgono i castagneti, il grufolare nel terreno risultava all’epoca sin troppo frequente.  Nelle immediate adiacenze del casale l’animale lasciava segni piuttosto evidenti. Ora il carrozziere di Lodrone fa sapere che in quella sua proprietà ha cambiato coltura e quindi anche i cinghiali hanno scelto altre destinazioni per le loro scorribande.
Non sembra essere così un po’ più in la, dove invece il suinide scava e parecchio. Ne sa qualcosa il postino di una volta, Leone Beltrami,  che invece lamenta ripetuti transiti con gli scavi nel terreno visibili anche a lunga distanza. (a.p.)

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