I vagiti già prima della nascita
di val.

Dopo le biblioteche e gli archivi storici comunali, ecco che in Valle Sabbia trovano il modo di coordinarsi sul territorio anche i Musei.

Dopo le biblioteche e gli archivi storici comunali, ecco che in Valle Sabbia trovano il modo di coordinarsi sul territorio anche i Musei.
Nei giorni scorsi, infatti, nella sede della Comunità montana di Valle Sabbia, fra i soggetti gestori delle realtà museali valsabbine e la Comunità montana di Valle Sabbia è stata stipulata una convenzione che del “Sistema Museale di Valle Sabbia” prevede obiettivi, composizione, sistema di funzionamento e parametri per il finanziamento delle attività.
Capofila dell’operazione la Comunità montana con il presidente Pasini che ha apposto la sua firma sul documento e con l’assessore alla Cultura Emanuele Vezzola che ha seguito il processo di costituzione del nuovo ente culturale partito con il suo predecessore Alfredo Bonomi, che in virtù del suo coinvolgimento non ha voluto mancare all’appuntamento.

Fra i presenti anche il direttore del Sistema, l’archeologo Marco Baioni, e la responsabile dei Sistemi mussali della Regione Lombardia Anna Maria Ravagnan, ben felice di assistere alla nascita di un Sistema che e al momento della stipula della convenzione ha già all’attivo alcune interessanti iniziative.
Fra queste il rapporto con le scuole e con il Centro Teatro Ragazzi che sta producendo le interessanti esperienze del “Museo animato” e la didattica museale che coinvolge l’Istituto Superiore di Valle.
D'altronde quella valsabbina, per dirla con le parole di Bonomi, “è una delle poche realtà museali regionali che si presentano assai diversificate: peculiarità questa che può creare difficoltà di gestione da una parte, ed essere assai interessante ed attraente dal punto di vista culturale e turistico”.

La realtà museale valsabbina che ha nel Museo archeologico di Gavardo un solido riferimento (Baioni è anche direttore e conservatore di questa realtà), presenta dunque ben più che una semplice raccolta di reperti. Ne fanno parte il Museo della Roca d’Anfo, la raccolta etnografica Habitar sta Terra di Bagolino, il sito archeologico della Corna Nibbia di Bione, il Museo dei reperti bellici di Capovalle, la “Fucina Zanetti” di Casto, quella di “Pamparane” a Odolo, il forno fusorio della Pertica Alta, il museo della Resistenza e del Folklore di Pertica Bassa, quello della civiltà contadina e dei mestieri di Sabbio e quello del lavoro di Vestone.
Realtà che ora un motivo in più per fare sinergia e proprio per questo maggior capacità di attrarre le risorse necessarie per “fare cultura” nella Valle del Chiese.
1102ComuFirm001.jpg 1102ComuFirm001.jpg