La quiete «prima» della tempesta
di Ubaldo Vallini

Anche i cittadini di Cortina d’Ampezzo hanno scelto l’Alto Adige. Una decisione tutt’altro che scontata, e per la verità è ancora lontana dal provocare un’effettiva “migrazione territoriale”. Intanto però si rafforza la posizione di AssComiConf.

Anche i cittadini di Cortina d’Ampezzo hanno scelto l’Alto Adige. Una decisione tutt’altro che scontata, e per la verità è ancora lontana dal provocare un’effettiva “migrazione territoriale”.
Una risoluzione che però porta alla ribalta la problematica complessiva di quei territori di confine che hanno a che fare con le ricche regioni a Statuto autonomo, dove l’erba del vicino è più verde per davvero.
Per rendere concreto il trasferimento, dopo le urne referendarie, serve però una Legge dello Stato e qui il percorso si fa assai più difficile.
Meno complessa da approvare sembra invece la proposta dell’AssComiConf, l’Associazione dei Comuni confinanti di cui è presidente il sindaco bagosso Marco Scalvini, che proprio in questi giorni però pare aver subito una sorta di “altolà” da parte del potere esecutivo romano, come abbiamo riferito ieri in merito al mancato colloquio con il ministro degli Affari regionali Linda Lanzillotta.

La vicenda di Cortina potrebbe dare loro una mano.
“E’ vero, potrebbe servire alla nostra causa, però non mescoliamo troppo le cose – precisa il Marco di Bagolino -. L’AssComiConf non si interessa di questioni locali e non esprime posizione a favore o contro questi referendum. Semmai si occupa di evidenziare le problematiche socio economiche dei Comuni di Confine, e certo dalle montagne del bellunese il segnale è arrivato forte e chiaro”.
A nome dei 174 Comuni associati Scalvini ha preparato un elenco delle richieste da sottoporre al Ministro che per la verità non ha negato il suo interessamento, solo si è voluta prendere qualche giorno di tempo per approfondire la tematica.
Laconico ed in qualche modo minaccioso su questo punto Scalvini: “Attendiamo fiduciosi, come attendono i 174 pullman che restano comunque pronti a partire”.

In sostanza gli associati AssComiConf vorrebbero che nella prossima Finanziaria il Ministro per gli Affari regionali si prodigasse ad inserire l’integrazione del fondo previsto dal D.L 31 del 2007 di altri 10 milioni di euro, che ai Comuni di confine con le Regioni a Statuto autonomo venissero destinati 14 milioni, 6 milioni a quelli confinanti con la Svizzera, 10 a quei Comuni limitrofi ai primi.
Fondi che andranno destinati ai Comuni in spesa corrente e non solo nel caso di progetti strutturali come indica il testo della Legge licenziata al Senato nei giorni scorsi, in base a popolosità, estensione territoriale e gettito Irpef, ma soprattutto in misura definitiva e non annuale come adesso.

La chiarezza non manca certo a queste proposte, bisognerà vedere se corrisponderanno da parte del legislatore la possibilità o la volontà di metterle in pratica.
“Si può e si deve - è l’opinione del sindaco bagosso -, anche per evitare decine e decine di referendum nel prossimo futuro, ma soprattutto per dare una risposta a problematiche drammatiche come emarginazione, spopolamento, abbandono del territorio, basso livello della qualità della vita e della montagna”.
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