La cagnetta intelligente
di Oreste Vallini

Come fu che una imperinente cagnetta ebbe salva la vita a dispetto del suo continuo abbaiare. Poi, confidando nelle sue grazie, salvò i padroni da una sicura brutta fine



C’era la  guerra e, molti ragazzi stufi di fare i soldati, disertavano le leve e si nascondevano nei boschi, fienili e nei prati.

Il rischio era alto per chi era nascosto, perché se arrestato, l’ordine era, di fucilarlo sul posto.

Ma se la fortuna l’avesse pure assistito, forzato in Germania sarebbe partito.

Da quella nazione pochi son tornati, perché morti per fame, freddo, ferite e sforzi letali, nonché maltrattati come nocivi animali.

Un giorno di tiepido sole, e si stava benone, due o tre di loro, si eran seduti sull’orlo rotondo di una carbonaia.
Dicorrevan tranquilli, come seduti a casa sull’aia.
Ed ecco, un calpestio a lor pare sentire, e scattano in piedi  pronti a fuggire.

Però dal bosco non esce un umano, ma una dolce  cagnetta, che tutti guarda negli occhi e ne bacia la mano.
Lei ha fame di cibo ed anche di affetto, e si stende ai lor piedi, come fosse in un letto.

E’ un cane e la guardia vuole e sa fare, a un minimo sentire, si mette ad abbaiare.
Ma sia un fuggiasco, che un partigiano, non può accettare rumore di sorta, perché chi lo cerca, lo sente e si apposta.
Ma lei è un cane e non sa che la guerra è una misera trovata dell’uomo, e così vuol restare, abbaiare per lei è un dovere.

Decidono di ucciderla pur essendo un’amica, perché la sua voce può  essere udita.
La condanna è grave, per la sua innocenza, per amore o per compassione, nessuno si sente di  eseguir la sentenza. 

Lei senza colpa continua il dovere che è quel di abbaiare, se le orecchie son punte da un qualche rumore.

Un dì pioveva dirotto e, spari nell’aria vi eran per tutto.
Si udivano anche voci straniere con tono violento, e si capiva che in zona, vi era un rastrellamento.

I ragazzi fuggiti, in dirupi ed anfratti, seguivano attenti lo svolgimento dei fatti.
La cagnetta quel giorno non s’era veduta, ed ognuno sperava che non abbaiasse e per qualche ora restasse anche muta.

Ad un tratto nel bosco scoppia un fracasso, due cani lupi alemanni, graffian la terra, per seguire l’olfatto, ed entrare in un rifugio
di debol natura, e pure mal fatto.

Ed ecco comparire la nostra cagnetta, che capito il pericol giunge tutta di fretta, guarda negli occhi il lupo graffiante, e lo invita con l’altro nel bosco adiacente.

I due mastini pensando un compenso, seguon per istinto, la seducente maschietta.
Pur non sapendo neppure il suo nome, non prestano orecchio, all’arrogante padrone.
Lei con la coda in verticale e fra i denti un bel sorriso guida i lupi fuor dal sito ad un falso  paradiso.  

E così due cagnacci ben svuotati nel lor sapere, fan capire che la violenza mai vince contro l’amore.

Se qualche lettore volesse sapere, di quella pericolosa giornata, sappia che ”I due duri alemanni, innamorati di Lillì,
si sono presi il raffreddore, e non più tornati qui.”.

Alla cagnetta salvatrice, migliorato fu il vitto, nella cuccia arrivò nuova paglia, ma nessuno ha mai pensato di proporle una medaglia.                                         

Oreste Vallini

Questo fatto è veramente accaduto a Bione nel novembre del 1944 e ricordato dai fratelli Amolini ai i propri figli.


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