«Pensavo stesse arrivando un temporale»
di val.

L'utilizzo di un "flessibile" da parte di un operaio, all'origine del rogo della ex Entra che si è sviluppato ieri a Odolo. L'Arpa: «ridotti i danni ambientali»
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Le fiamme si sono alzate alte all’improvviso poco prima delle 14 e 30 di ieri, distruggendo circa 300 metri quadrati di capannone.
Solo il tempestivo intervento dei Vigili del fuoco, aiutati dal vento che soffiava fuoco e fumo lontani dalla struttura, ha evitato che le fiamme potessero aggredire il resto dello stabile.

A prendere fuoco la parte verso Odolo della ex-Entra, in località Cà de Odol, a fianco della 237 del Caffaro.
Un impianto lavorativo che dallo scorso mese di luglio è stato acquistato dalla Nuova Carpenteria Odolese.

La nuova proprietà, sta facendo eseguire lavori di ristrutturazione e proprio questi sarebbero all’origine del rogo che, pare, sia stato appiccato dalle scintille fuoriuscite dal “flessibile” in uso ad un operaio.
L’uomo avrebbe scaricato sulle fiamme alcuni estintori, poi ha dovuto rinunciare.

Non si era accorta di quello che stava accadendo a pochi metri dalle finestre di casa sua la signora Grazia, che abita al secondo piano dello stabile adiacente la fabbrica: «Sentivo degli scoppi, ma pensavo che a causarli forse un imminente temporale - ci ha detto -. Poi ha suonato Marco al campanello e mi ha detto di uscire fuori subito. Sono poi dovuta rientrare in casa per prendere le chiavi dell'auto e spostarla dal cortile, troppo vicina alle fiamme. Sono stati momenti difficili».

Ad avvisarla, il "benzinaio bello" che ha l'impianto di erogazione lì vicino, dal quale la nube nera si è vista minacciosa fin da subito.
Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco di Salò con due autobotti e l’autoscala, i carabinieri di Sabbio, la Locale del Consorzio valsabbino, la Protezione civile di Odolo e diversi operai del servizio di manutenzione strade della Provincia e del Comune, che hanno dato una mano ai pompieri a recuperare l'acqua utile per la seconda fase dello spegnimento, quando le autobotti erano ormai scariche.

Ad andare a fuoco soprattutto la copertura, in amianto, per fortuna precedentemente "trattato".
Il materiale che stava andando a fuoco ha aumentato l'apprensione, ma l'Arpa, intervenuta con un tecnico, ha rassicurato: l’inquinamento ambientale sarebbe stato esiguo e tutto è tutto sotto controllo.

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