Gli attacchi di panico (parte 1)
di Ganpiero Rossi

L'analisi di un caso da parte dello psicoterapeuta Gianpiero Rossi attorno al fenomeno degli attacchi di panico. Venerdì il secondo post per sapere come gestirli


Lei era seduta nella sua auto e singhiozzava. Il panico era passato, ma era esausta e terrorizzata che potesse ricominciare. Questi sono gli attacchi di panico: vanno e vengono rapidamente, di solito hanno il loro picco in dieci minuti, ma alla fine, sono intensi ed estenuanti.

"In un momento stavo guidando e stavo pensando al lavoro. In quello dopo, sentivo che stavo per morire! Ho avuto davvero caldo, ho iniziato a respirare con difficoltà, a sudare e mi sono uscite le lacrime, il mio cuore batteva sentivo come se stesse per scoppiare!". Lei tremava mentre parlava; anche il solo ricordare le faceva sgorgare le lacrime.

Era stato il primo attacco di panico per Giusy, pochi mesi prima che lei venisse in terapia e da allora ne aveva avuti molti altri. "Io ero frizzante, amante del divertimento, fiduciosa! Ora non voglio più guidare, temendo che mi venga un attacco di panico".

Quando superi gli attacchi di panico e la paura di essi, torni a vivere. Quei sentimenti orribili o scompaiono completamente o diventano facilmente controllabili. Ma Giusy non credeva veramente che suoi attacchi sarebbero potuti scomparire. Si sentiva così impotente. Aveva bisogno di essere rassicurata in poco tempo.

Se non li affronti adottando la strategia perdente dell’evitamento delle situazioni alle quali attribuisci il timore di viverli, continuerai a limitare la tua vita. Ci sono persone che non guidano più, non osano prendere strade con gallerie o ponti, non prendono mezzi di trasporto, non frequentano luoghi affollati (cioè i principali luoghi di socializzazione) o addirittura che non escono di casa oltre qualche centinaio di metri.

Cosa provoca gli attacchi di panico?
Spesso iniziano durante i periodi di maggiore sollecitazione normale nella vita. Potrebbe essere un accumulo di molte cose. L’elevato “stress come sfondo di vita” può sconfinare nel panico. Così come il contenere a lungo emozioni represse. Si scaricheranno nell’attacco di panico come un’ondata improvvisa, ma non pericolosa.

Per Giusy erano iniziati dopo un cambio di carriera, stava avendo problemi nelle sue relazioni e la madre era ammalata. Stava guidando, era corrucciata per il suo nuovo lavoro e improvvisamente tutto ciò quello stress traboccò sommergendola e fu preda del panico. "Infatti io mi sentivo talmente terrorizzata come mai mi ero sentita in vita mia".

Ma diamo un'occhiata al termine «attacco di panico» perché devo ammettere che si tratta di due parole abbinate in maniera non appropriata.

Attacchi di panico: un'etichetta crudele?
"L’attacco di panico è in realtà un termine improprio" dissi, "poiché nulla è 'attaccato'". Un allarme di casa non è un 'attacco' alla casa che sta proteggendo, ma può suonare quando non è necessario. Fermare gli attacchi di panico non si tratta di sbarazzarsi di ogni forma di panico; si tratta di gestirlo così si verifica solo quando è veramente necessario. Se sarà ancora necessario. Sì, perchè dal momento che non lo temiamo più, svanisce più facilmente. Al massimo sentiamo un’ansia sopportabile e non drammatizziamo su false pericolosità.

I cambiamenti considerati spaventosi (respirazione veloce, sudorazione, accelerato battito cardiaco accelerato, agitazione), li percepiresti tutti come naturali se ti stessi allenando in palestra. Di certo ti allena a vivere le emozioni e sensazioni che a lungo soffochi. Dall’eros all’ansia.
Tutti gli 'strani sintomi' sono completamente normali nelle giuste circostanze.

Queste sono tutte reazioni utili in circostanze estreme, ma se accadono quando noi stiamo guidando o seduti in un ristorante o stiamo prendendo i bambini a scuola, naturalmente le sentiamo strane.

Nel post di venerdì scopriremo in sei punti come gestire un attacco di panico.


Gianpiero Rossi
Psicoterapeuta presso Studio di Medicina Clinica Lumezzane - tel. 030 82 64 09
Body Mind Center, Salò - tel. 0365 21 318
gprossi@intelligenza.it


 
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