Europa Sì! Europa No!
di Aldo Vaglia

Ciò che si può nascondere in Italia diventa evidente quando si esce dai confini nazionali.
Quali compagni di strada si  troveranno i populismi nel parlamento europeo è facile da prevedere ed immaginare.



Il né di destra né di sinistra sarà un luogo piuttosto frequentato e l’alibi del non fare alleanze, che funziona così bene in Italia, troverà molte difficoltà, ad essere applicato nel parlamento europeo.
Le equidistanze non sono possibili quando la scelta è tra il Sì e il No.

L’Europa del “Nì” non esiste.
Sotto l’ombrello della Le Pen troveranno  posto tutti gli euroscettici senza alcuna distinzione di casacca. Lega, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle avranno più di un motivo per ritrovarsi insieme.

Quel sogno, che convinti democratici e confinati antifascisti, ebbero: creare un’Europa federale che bandisse la guerra, svanisce.
I miopi opportunismi di chi usa l’antieuropeismo per propagande locali intacca una costruzione che avrebbe più bisogno di essere consolidata che demolita.
Il solito complotto “demo pluto giudaico massonico” è sempre pronto da dare in pasto al popolino, senza memoria, per una manciata di voti.

Ma perché in Italia si può sfuggire alla contrapposizione tra destra e sinistra e professarsi sopra o altrove rispetto ai due poli e in Europa lo stesso tentativo è platealmente scoperto?
La colpa è soprattutto della sinistra, è lei che, dalla scomunica della chiesa, dal fattore ‘K’ dalla caduta del muro di Berlino, vive quell’immotivato senso di colpa che la fa, od arroccarsi o essere più realista del Re, tanto da attuare le peggiori pratiche contro la classe che dovrebbe rappresentare.

In tutti i paesi occidentali la politica è bipolare e lineare, in Italia è invece circolare, e il mimetismo che confonde i due poli contribuisce a dare credito  ai qualunquisti che non sono né carne né pesce.
Forse il merito maggiore di Renzi è quello di aver dato un’identità ad un partito che l’aveva persa. Se la cosa gli riesce non né trarrà vantaggio solo la sinistra, ma la politica in generale.
Fino a che si è opposizione si può tenere il piede in due scarpe. Ma le scelte o sono per l’uguaglianza dei molti o sono per l’uguaglianza dei pochi.
La diade destra e sinistra è confusa e stravolta, ma quando si parla di uguaglianze e disuguaglianze si ricompone, e non si può che scegliere una parte o l’altra.

Grillo avrà sicuramente un grande successo personale; il suo “tour” a pagamento: “Te la do io l’Europa”, contiene tutti gli elementi per ammagliare una società in crisi che non sa a che santi votarsi e a chi addossare le colpe.

Che sia il miglior sistema per uscirne
, quello da lui proposto, ho dei dubbi; per il momento godiamoci lo spettacolo che così si presenta:

«Un mostro si aggira per l’Europa si chiama Euro. Chi lo ha frequentato è finito spesso in miseria.
Interi stati sono diventati debitori di una banca la BCE. Se non paghi al posto del mafioso arriva la Troika che è molto peggio.
L’Europa politica si è trasformata in un incubo finanziario. Le nostre vite, dal mutuo della casa, alla caccia al cormorano, sono decise altrove da funzionari sconosciuti.
Un’Europa surreale, comica, insostenibile che nessuno ha mai raccontato».


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