Il cronoprogramma della Vestone-Idro
di Ubaldo Vallini

Gara d’appalto a giugno, lavori all’inizio del prossimo anno, conclusione entro la fine del 2017.
Poi toccherà al nuovo ingresso per Idro



Come sempre con le opere pubbliche il condizionale è d’obbligo, ma il cronoprogramma per la realizzazione del primo lotto della Barghe-Idro è di quelli che lasciano ben sperare.

Un primo lotto, dicevamo, ma non consecutivo all’ultimo tratto realizzato.
L’intera opera, infatti è stata divisa in due parti che complessivamente avrebbero richiesto un investimento pari a 160 milioni di euro: 105 quella fra Barghe e la zona industriale a nord di Vestone, 55 il proseguimento fino a Idro.

«Verrà edificata quest’ultima perché questa è la somma attualmente a nostra disposizione – ha detto il presidente della Provincia Daniele Molgora lunedì, presentando la novità ai sindaci valsabbini nella sede della Comunità montana -. Per metà si tratta di fondi regionali lombardi, e ci ha pensato l’assessore Mariateresa Vivaldini a fare in modo che venissero recuperati, l’altra metà arrivano dalla Provincia autonoma di Trento che ci ha messo più di un anno a passare dalla stesura dell’accordo di programma alla sua sottoscrizione».

E c’è un’ulteriore novità: «Una volta conclusi questi lavori, saremo pronti a realizzare il ponte e l’altra rotatoria che in un colpo solo permetteranno alla Pieve di Idro di bypassare l’attuale attraversamento del lago con relativo incrocio sulla 237 del Caffaro, causa di code chilometriche non appena il traffico si fa un poco sostenuto – ha affermato la Vivaldini -. Per quella data ci saranno i fondi anche per quell’opera, che costerà 4 milioni e mezzo di euro».

Tre rotatorie, due ponti, due gallerie e poche altre centinaia di metri di strada “normale”: in questo modo il primo lotto di “variante” toglierà il traffico dal centro di Lavenone.
Due rotatorie e un ponte a un’unica campata di 44 metri, in prossimità del confine fra Vestone e Lavenone, permetteranno al traffico di portarsi dall’altra parte del fiume Chiese.

Da quel punto la strada proseguirà per un chilometro e mezzo all’aria aperta prima di infilarsi nella prima galleria lunga 900 metri.
All’uscita si proseguirà su un altro ponte lungo 300 metri, questo a due campate, si attraverserà nuovamente la valle per infilarsi nella roccia al di sopra della 237 attuale.

Un’altra galleria di 300 metri porterà all’ultimo tratto di strada, anche questo di 300 metri, che sarà ricavato allargando a monte l’attuale sede della 237, fino al grande rondò che verrà edificato dove ora sorge un deposito di materiali edili.

«E Vestone?» ha chiesto il sindaco Giovanni Zambelli: «In attesa dell’altro lotto non rimarremo fermi e sarà nostra cura finanziare alcune necessarie opere di allargamento dell’attraversamento della frazione di Nozza» ha rassicurato Molgora.
 
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