Preg.mo signor direttore Ubaldo Vallini,
mi permetto di significarle che a pagina 52 dell'edizione del  Giornale di Brescia datata 25 marzo, di cui Lei è impareggiabile corrispondente dalla Vallesabbia, ho riscontrato un grave svarione storico-logistico nella didascalia che accompagna la fotografia riproducente un fortilizio della Grande Guerra.

Ebbene colendissimo direttore, l'autore (o autrice) della annotazione afferma che esso è una postazione austriaca situata in un luogo imprecisato della Valvestino.

Nulla di men vero.
In  realtà è la Fortezza di Valledrane (Treviso Bresciano), che le istituzioni hanno lasciato in stato di completo colpevole abbandono, meritevole di essere valorizzata e inserita nel circuito dei siti della Prima guerra mondiale, iniziativa che mi sembra finita nel dimenticatoio dopo annunci buoni solo a gonfiare il petto dei politici (mi scusi per questo mio sfogo).

Le allego una fotografia della citata fortezza che personalmente ho scattato nell'agosto 2011 per conservarne il ricordo prima che il tempo e l'incuria degli uomini la riducano ad un ammasso informe di macerie, nella dimenticanza che qui molti giovani soldati hanno sofferto, subìto ferite e perso la vita per difendere i confini della Patria.

Suo aff.mo e dev.mo Pietro Principe

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Vero, mio devoto lettore.
Però non del tutto: il Forte di Valledrane infatti, pur costituendo un valido documento storico legato agli eventi della Grande Guerra, venne armato di tutto punto, ma non partecipò mai ad alcuna battaglia.
Ubaldo Vallini