Un dolore senza fine
La parrocchiale di Muscoline non ha potuto contenere tutte le persone che hanno dato l’ultimo saluto ad una delle due vittime dell’incidente di sabato notte.

L’intera comunità di Muscoline si è fermata ieri pomeriggio per dare l’ultimo saluto a Paolo Seminario, il ragazzo di diciotto anni morto nell’incidente dello scorso sabato notte in via Pra Serà, fra Peschiera e Sirmione, all’uscita dalla discoteca «Le Ninfee», dove ha perso la vita anche un altro giovanissimo, Sead Ljatifi, quindici anni (alcuni suoi famigliari erano presenti ieri). Il funerale è stato celebrato nella chiesa parrocchiale di Muscoline anziché in quella di Castrezzone, la frazione dove vive la famiglia Seminario, per fare posto alle tantissime persone che hanno voluto stare vicino ai parenti di Paolo. Tutto inutile, perché in molti hanno dovuto comunque restare all’esterno, dov’era appeso uno striscione: «Paolo, se potessimo far tornare indietro il mondo, faremmo tornare senz’altro te».
IL DOLORE per la sua scomparsa è rimasto vivo per tutta la settimana: in paese non si è mai smesso di parlare di lui, di ripensare a quel ragazzo dal sorriso dolce e vispo allo stesso tempo. Ricordi che ieri hanno riempito anche la predica del parroco durante la cerimonia. «In questi momenti di debolezza impariamo a condividere –ha detto don Antonio-. Dobbiamo riflettere e ritrovare l’umiltà che a volte smarriamo, quando ci sentiamo onnipotenti e non ci accorgiamo dei fratelli che abbiamo intorno. Poi una vita giunge al termine e la nostra baldanza scompare. La morte di Paolo ci insegna anche questo».
«Nessuno di noi dimenticherà mai il suo sguardo, quegli occhi che sorridevano ed esprimevano intelligenza - ha aggiunto il sacerdote - tante volte avevamo visto Paolo sorridere sincero, limpido, schietto. Ma ogni tanto invece quel sorriso lasciava il posto ad altro, ad occhi che si abbassavano e chissà cosa volevano celare. Vorrei che Paolo parlasse a ciascuno di noi e dicesse quante volte ha dovuto lottare per cercare la pienezza della vita. Il suo dramma ci deve aiutare a recuperare la semplicità necessaria per trovare il vero valore della nostra esistenza».
DOPO la predica la messa è proseguita, prima che fra la commozione generale il feretro venisse trasportato al cimitero di Castrezzone. Qui la solennità del cerimoniale ha lasciato il posto al dolore più profondo, nascosto fino a quel momento dietro alle lacrime silenziose di famigliari e amici. Dopo il commiato del parroco, la madre Mariangela non ce l’ha più fatta a trattenere la sofferenza. Il groppo in gola si è sciolto per far uscire tutto lo strazio per la perdita del figlio. Non voleva che lo seppellissero, che glielo portassero via; un distacco troppo doloroso, un lamento angosciante che tutti si augurano di non dover rivedere sul volto dei genitori di Cristian Bossoni e Nicolò Toscano, i due sopravvissuti alla tragedia si sabato notte. Il primo è ancora in coma nel reparto di rianimazione dell’ospedale Civile di Brescia, in un limbo a metà fra la vita e la morte. Migliorano invece le condizioni di Toscano, ricoverato a Desenzano: il diciassettenne pare essere fuori pericolo, seppur gravemente ferito.
di Luca Cortini

da Bresciaoggi
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