Ultima suonata d'organo per Lino
di Giancarlo Marchesi

Nei giorni scorsi è scomparso a Vestone "Lino" Zambelli, per più di settant'anni organista ufficiale nella parrocchiale di Vestone



Si è spento nei giorni scorsi, all’età di ottanotto anni, Giovanni Angiolino Zambelli (conosciuto dai più con il diminutivo di Lino), raffinato organista, per oltre settant’anni al servizio della parrocchiale di Vestone dedicata alla Visitazione.
Se n’è andato con il riserbo che lo ha sempre contraddistinto.

L’amore per la musica e per la chiesa hanno caratterizzato ogni momento della sua vita: piccolo artigiano dedito alla propria bottega di «cicli, motocicli e macchine per cucire», riservava alla parrocchia i ritagli di tempo che stappava al lavoro: si esercitava quotidianamente con una vocazione che non aveva nulla da invidiare a quella dei religiosi con i quali collaborava, sacrificando persino serate ed eventuali feste con gli amici.

Nel 1940 l’allora arciprete di Vestone don Milani chiese al padre di Lino, Giovanni, di avviare il figlio allo studio della musica, al fine di assicurare alla parrocchia della Visitazione un nuovo, giovane organista.

La richiesta era ben motivata, poiché la famiglia Zambelli vantava nelle proprie file provetti musicisti: il nonno di Lino era stato un apprezzato organista.
Dopo un primo apprendistato, sotto la guida del maestro locale Angelo Scalmana, frequentò per ben cinque anni un corso avanzato nel capoluogo provinciale per ottenere la «patente» di organista.

Raggiungere Brescia, durante i duri e tormentati anni di Guerra, rappresentava per Lino una vera e propria impresa: in molte occasioni il nostro giovane dovette pedalare tra mitragliamenti e bombardamenti per arrivare a scuola.

Grandi sacrifici ripagati da un’ottima preparazione musicale
posta al servizio degli arcipreti che nel tempo hanno retto le sorti della parrocchiale vestonese: nel 1943 iniziò la sua carriera sotto l’attenta guida di don Francesco Venturelli, per poi passare, dagli anni Cinquanta agli Ottanta, al servizio di don Angelo Pozzi, per giungere, negli ultimi decenni, a collaborare con don Gabriele Facchi, don Luigi Bellini, fino all’attuale don Dino Martinelli.

Attento, scrupoloso, aveva un profondo rispetto per la liturgia e per la musica come parte integrante della stessa.
 
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