Cade dal carro-ponte, grave
di Ubaldo Vallini

Stava ripulendo un carro ponte in compagnia di altri due compagni di lavoro quando č precipitato al suolo da un’altezza di almeno otto metri. Il grave infortunio a Vobarno, all'interno della Valsir.

Stava ripulendo un carro ponte in compagnia di altri due compagni di lavoro quando è precipitato al suolo da un’altezza di almeno otto metri.
Semplice nella dinamica quanto drammatico per le conseguenze, l’infortunio sul lavoro accaduto poco prima del mezzogiorno di ieri all’interno dello stabilimento che la Valsir ha recuperato nella ex Falck di Vobarno.

L’operaio è stato ricoverato nel reparto di Seconda Rianimazione dell’ospedale Civile di Brescia dove versa in gravi condizioni anche se non sarebbe in immediato pericolo di vita.
L’uomo si chiama Jonahtan Intini ed ha 27 anni, origini milanesi ma residenza a Vobarno. Regolarmente assunto dall’azienda che produce tubi ed accessori in plastica a gennaio di quest’anno.
Secondo una prima ricostruzione dei tecnici dello Psal, il Dipartimento di Medicina del Lavoro che ha la sua sede valsabbina poco distante e che è intervenuto per i rilievi, impegnato in operazioni di pulizia, l’uomo non si sarebbe accorto dell’apertura presente nel parapetto del carro ponte, largo un paio di metri, che in quel momento era disattivato.

Invece che appoggiarvisi, al parapetto, si è così ritrovato nel vuoto andando a sbattere violentemente con tutto il fianco sinistro.
Immediati i soccorsi da parte dei colleghi che hanno allertato il 118.
A causa della gravità del trauma riportato dall’operaio, dalla centrale operativa si è levato in volo l’elicottero mentre dalla sede di Roè sono arrivati i volontari dell’Anc, seguiti a ruota dai carabinieri di Vobarno e dall’equipe dell’Asl.

Dopo le prime cure l’operaio è stato poi trasferito in volo al Civile di Brescia dove i medici hanno riscontrato fratture multiple alla faccia ed al bacino, oltre che alcune lesioni agli organi interni.
“Cercheremo di capire cosa è successo e di andare fino in fondo – ci ha detto Filippini della Fiom, settore “chimici” -, anche se all’interno di quell’azienda non siamo presenti come sindacato altrimenti non avremmo perso un minuto a proclamare uno sciopero”.

“Possiamo infatti ipotizzare e senza il rischio di essere smentiti, alcune concause che sono la fretta, le pressioni, la paura di perdere il posto di lavoro – ha aggiunto -. Atteggiamenti che ci riportano indietro nel tempo. Scioperando e manifestando si riesce quanto meno a prenderne coscienza. Invece capita sempre più spesso che tutti se ne stiano zitti: da una parte i datori di lavoro che continuano a considerare la sicurezza un costo, dall’altra i lavoratori che non capiscono che rivendicare condizioni di garanzia nel lavoro significa essere professionali, oltre che uomini liberi”.
1025InciValsir.jpg 1025InciValsir.jpg