Il cassonetto dove lo metto
di Ubaldo Vallini

«Li hanno messi vicino al parco dove giocano i bambini, ma vi sembra il caso?».
Lamentele a Vobarno per la sistemazione di una fila di cassonetti in via Poiat



Prima i contenitori erano verso le case “Gescal”, posizionati sui parcheggi condominiali ed avevano il prato alle spalle.
Uno spazio verde che troppo spesso veniva a sua volta utilizzato come discarica.
Da questo la decisione di spostarli di poche decine di metri, in via Poiat, su un altro parcheggio dove già c’era un grande contenitore del “verde”.

Ma anche qui non vanno bene.
«Certo che non vanno bene. E non da oggi, ma dal 2010 – ci dice Luigino, che abita proprio di fronte -. E ci aveva dato ragione anche il sindaco, promettendo che il giovedì successivo il cassonetto del verde sarebbe stato spostato altrove».

E’ la moglie Fiore a fargli eco: «Abbiamo aspettato più di tre anni inutilmente e a gennaio di quest’anno è arrivata anche la beffa: altri sette cassonetti uno di fianco all’altro, provvisori anche questi, ci hanno detto. Le pare un comportamento serio?
E poi guardi, adesso che ci sono le calotte, lei non ha idea di quanta gente abbandona i rifiuti per terra e lì vicino c’è il parco dove giocano i bambini, costretti a recuperare il pallone in mezzo alla spazzatura».

Fiore assicura di aver provato in mille modi a chiedere informazioni, a cercare almeno qualcuno con cui lamentarsi, ma di non esserci riuscita, rimbalzata da un “call-center” all’altro senza ottenere la benché minima soddisfazione.

Noi abbiamo chiesto lumi agli amministratori comunali
, che ci hanno dirottato all’Ufficio tecnico: «Guardi, io non ho nessun documento in mano che mi dica di occuparmi ancora di questa faccenda – taglia corto il responsabile, l’architetto Sangregorio, al quale chiediamo di spostamenti, di bambini e di palloni -. Abbiamo posizionato lì i cassonetti perché dall’altra parte creavano dei problemi: non era sempre facile per gli addetti recuperare la spazzatura giù per la scarpata».

«Vedrà la Giunta se prendere nuovi provvedimenti e poi quello non è un campo di calcio, a pallone si va a giocare da un’altra parte» conclude l’urbanista.

Succede sempre così: i cassonetti li vogliono tutti vicini, ma non troppo.
E alla fine si scopre che non è tanto la loro presenza a creare disturbo, quanto lo scarso senso civico di chi li utilizza. C
osì anche a Vobarno, fra le vie Penella e Poiat.
 
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