Claudio Orsi, il liutaio dei balarì
di Giancarlo Marchesi

Da decenni, rifacendosi alla lunga tradizione di famiglia, l'artigiano di Ponte Caffaro realizza gli strumenti per i "sonadùr" del Carnevale bagosso



«Non v’è paese in cui odansi tanti strumenti, e si ami tanto il divertimento del suono come in Bagolino, in cui sembra forestiere chi non sa almeno toccarne alcune: che quanto avesse a parlarsi de’ carnevaleschi divertimenti […], ardirei dire, non esservi paese che più esulti e goda de’ carnevaleschi tripudi».
Così scriveva il Buccio, nella sua Storia di Bagolino, verso la metà del Settecento, in merito alla passione dei bagolinesi per la musica e per i riti legati al carnevale.

«Passioni che hanno permesso – come evidenzia il cultore di storia locale, Lorenzo Pelizzari – di conservare le belle sonate del carnevale, canti popolari arrivati in maniera abbastanza integra fino ai nostri giorni, e hanno creato i presupposti per la nascita di una rinomata liuteria locale».

Non vi è dubbio infatti che il carnevale abbia influenzato la costruzione di strumenti musicali ad arco: già nel Settecento operavano nella Valle del Caffaro liutai come Giovanni Pietro e Giacomo Mora, che rappresentavano le punte di diamante degli artisti-artigiani attivi in questo lembo di terra bresciana.

A questi rappresentati di una liuteria raffinata, rivolta alle élite, si sono da sempre affiancati artisti-artigiani che proponevano una liuteria popolare, la quale realizzava strumenti per i più umili, che desideravano suonare durante le «sante feste» carnascialesche.

Degno rappresentante della grande tradizione bagolinese nell’ambito della liuteria è oggi Claudio Orsi, classe 1934, che apprese i primi rudimenti di quest’arte dal padre Antonio e dallo zio Attilio Buccio.
Negli anni della giovinezza e della maturità Claudio svolse molti mestieri: da quello di fornaio all’attività edile, ma le sue passioni sono sempre state l’agricoltura e la musica.

Provetto suonatore, dopo alcune prove giovanili, dagli anni Ottanta si è dedicato con passione alla costruzione di strumenti ad arco. Portatore di una tecnica popolare, nel corso degli anni ha saputo affinare le proprie abilità, tanto da uniformarsi ai migliori liutai. Partendo dal legno grezzo della propria valle – acero (per il fondo e le fasce), abete (per la tavola armonica) – realizza lo strumento finito, creando personalmente piroli, manico e tastiera.

Claudio dà vita a questi capolavori nel piccolissimo laboratorio, adiacente il garage dell’abitazione di famiglia, posta in prossimità del lago d’Idro, nella vasta piana del Caffaro.
All’amore per la liuteria unisce quello per la propria terra: svestiti i panni dell’artista-artigiano, ancora oggi, a ottant’anni, indossa quelli di coltivatore: possiede infatti una vacca da latte e accudisce il piccolo campo di famiglia.

Lunedì e martedì, come da tradizione, gli strumenti realizzati da Claudio Orsi vengono utilizzati dagli abili suonatori di Ponte Caffaro e Bagolino, che accompagnano musicalmente i «balarì», ripetendo un rito, che nella valle del Caffaro affondano le proprie radici nel XV, come testimoniano le preziose carte dell’archivio storico bagolinese.

Giancarlo Marchesi


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