In attesa di soluzione
di Ubaldo Vallini

Doveva essere la ciliegina sulla torta degli interventi urbanistici sull'abitato di Nozza. Invece la casa rosa che oscura la vista della parrocchiale, è ancora lì



E’ il lungo ed affusolato edificio rosa di tre piani più sottotetto che accompagna il torrente Nozza poco prima che questo si getti nel Chiese. Avrebbe dovuto scomparire, per lasciare spazio ad una nuova scalinata, ad un accesso carrabile e relativo parcheggio.

Tutto per ridare visibilità e meritato spazio alla parrocchiale che Nozza ha dedicato ai santi Stefano e Giovanni Battista, oggi difficile persino da fotografare tutta intera.
Un intervento che avrebbe completato quello più corposo che negli anni scorsi ha riguardato la realizzazione della nuova rotatoria sopra al torrente Nozza e l’allargamento della vicina strozzatura alla 237 del Caffaro che scorre obbligata fra la parete rocciosa e le case.

A stabilire l’abbattimento, un accordo preliminare e bonario stipulato fra i proprietari e l’amministrazione comunale di Vestone.
Il documento risale al novembre del 2010, impegnava il privato a cedere (per 250 mila euro), mentre l’Amministrazione rinviava i suoi obblighi ad una successiva delibera del Consiglio comunale.

Non tutto però è andato per il verso giusto.
Da una parte Bortolo Bacchetti, il privato che, considerata la cifra per acquisita, si è impegnato nell’acquisto di un altro stabile lì vicino, spostando sia l’abitazione sia il negozio da barbiere gestito dal figlio Fabrizio.

Dall’altra l’Amministrazione comunale
che nell’approvare il Pgt ha subordinato l’operazione alla vendita della vicina ex scuola materna: anche questo da abbattere ricavando su tre piani 4.500 metri cubi (più scantinati) da adibire centro direzionale e di commercio, valore circa 330 mila euro.

Si sa: le operazioni immobiliari, per quanto interessanti, in questi ultimi anni hanno subito un forte ridimensionamento.
Così il tutto rimane fermo al palo.
«Una situazione che non riusciamo più a sostenere» si lamentano i privati: Bortolo che ha 87 anni e la sua Jole che ne ha 83.

«Per cambiare casa abbiamo dovuto accendere un mutuo ottenuto grazie al sostegno dei familiari che hanno garantito per noi – aggiungono -. Adesso però non sappiamo più come fare per onorare l’impegno».

E puntano il dito contro l’amministrazione comunale che non avrebbe ancora versato la cifra pattuita.
«Siamo spiacenti che un nostro concittadino si trovi in questo stato di difficoltà, ma non ne siamo assolutamente responsabili - ci ha detto il sindaco Giovanni Zambelli -. Siamo impossibilitati dalle norme in vigore ad indebitarci con l’acquisto di immobili e siamo quindi obbligati a subordinarla alla vendita della ex scuola. Non sappiamo quanto ci vorrà per trovare un acquirente».
 
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