«No al darwinismo sociale nella scuola pubblica»
di Alessio Caffi

La locuzione è forte e si riferisce ai tagli finanziari che stanno enormemente penalizzando gli alunni disabili. E i Cobas prendono posizione


«Dirigenti scolastici, insegnanti, a volte i sindacati e spesso gli stessi genitori, sembrano accettare questa situazione disastrosa come se fosse la norma, con la scusa della crisi economica.
In caso di ricorso, però, il TAR ha sempre dato ragione ai genitori ricorrenti dei bambini in difficoltà, mostrando che tutte le norme devono essere applicate».

Storie diverse, luoghi di nascita differenti, contesti socio-culturali molteplici, differenze biologiche: ognuno è un individuo irripetibile, che la scuola pubblica deve saper accogliere e valorizzare.
Tutte/i hanno diritto ad un percorso educativo che garantisca loro una vera inclusione sociale e traduca nei fatti il diritto all’istruzione, all’affettività, al rafforzamento delle proprie potenzialità. Per nessuna/o il percorso scolastico deve divenire un parcheggio, che non produca miglioramenti rispetto alla situazione iniziale.

E perché ciò avvenga è necessario investire risorse economiche soprattutto nei confronti delle alunne/i svantaggiate/i, ridurre il numero di alunni/i per classe, aumentare le ore di sostegno, rispettare almeno la legislazione vigente, che prevede un numero massimo di venti, estensibile a ventidue alunni per classe, in presenza di studenti disabili gravi.

In realtà negli ultimi anni è avvenuto il processo contrario: le classi di ogni ordine di scuola si riducono di numero e diventano sempre più affollate e meno accoglienti, le ore di sostegno diminuiscono e viene ridotta anche l’assistenza ad-personam, a causa delle gravi difficoltà economiche dei comuni.
Si accolgono i disabili in classi di 25, 26, 27, 28 alunni, togliendo investimenti pedagogici didattici sia a loro che ai compagni.

Se la Convenzione ONU per i Diritti delle persone con disabilità, definisce la disabilità come “Una condizione di salute in un ambiente sfavorevole”, un ambiente scolastico “sfavorevole” aggrava, per definizione, il grado di disabilità.

Questa la “fotografia” scattata da Cobas Scuola che per giovedì 27 febbraio alle 20 e 30 ha fissato un incontro presso la Casa delle Associazioni di Via Cimabue 6 a San Polo, Brescia.

«Parliamone, difendiamo il patrimonio inclusivo di cui è stata capace la scuola pubblica italiana (la sola in Europa ad inserire il 100% dei disabili nelle classi), unica, per sua natura, a differenza della privata, a far crescere gli studenti nella consapevolezza arricchente di ogni diversità, ad offrire a ciascuno, in caso di difficoltà, il conforto solidale della comunità educante - annunciano gli organizzatori -. Non è solo una rivendicazione sindacale, è soprattutto una battaglia di civiltà».

Per l’occasione, insegnanti, genitori, operatori sanitari porteranno la loro esperienza.

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