Due notti di blocco per la 237 del Caffaro
di Ubaldo Vallini

Chiusura completa per la 237 del Caffaro all’altezza della “stretta” di Nozza. Due notti “in bianco” per il traffico valsabbino, per permettere la conclusione dei lavori di allargamento della stretta di Nozza.

Chiusura completa e senza “finestre temporanee”, come invece avvenne lo scorso mese di aprile quando i lavori sono cominciati, per la 237 del Caffaro all’altezza della “stretta” di Nozza.
Due notti “in bianco” per il traffico valsabbino che lungo il fondovalle non ha alternative, con l’obiettivo di concludere i lavori di allargamento della sede stradale e permettere finalmente a due camion di incontrarsi sotto la parrocchiale di Nozza e di scorrere uno a fianco all’altro senza fermarsi.

“Forse”, affermano alcuni scettici che da questo fine settimana in poi potrebbero dire “l’avevo detto”, oppure essere smentiti dai fatti come molti utenti della strada e gli stessi cittadini di Nozza si augurano.
A delineare i contorni del blocco un’ordinanza comunale che parla chiaro: “Transito vietato dalle 21 di mercoledì 24 ottobre fino alle 6 del giorno successivo e dalle 21 di giovedì 25 fino alle 6 di venerdì mattina”.

Unica eccezione è prevista per i mezzi di soccorso: “con le modalità che saranno rese possibili dallo stato di esecuzione dei lavori”.
La sola possibilità di “bypassare” l’ostacolo e di risalire o ridiscendere la Valsabbia è quella di arrampicarsi sulla intercomunale che unisce Bione a Casto, buona solo per i mezzi fino a 35 quintali.
A patto che non siano troppi, altrimenti l’ingorgo è assicurato”.

L’intervento rappresenta l’ultima fase dei lavori che per mesi l’Amministrazione comunale vestonese è riuscita a far eseguire senza impedire più di tanto la circolazione viaria.
Lavori piuttosto complessi: per alcune decine di metri le case del centro storico sono state in parte abbattute e le stanze al pian terreno rivolte verso la strada sono diventate una sorta di porticato pedonale.
Tutto per recuperare quel metro e mezzo di sede stradale che sarà oggetto di intervento nelle due notti di chiusura: c’è da togliere il vecchio marciapiede in porfido e farlo diventare sede stradale, c’è da scavare da una parte all’altra la strada per farci passare alcuni sottoservizi.

Sempre a Nozza e in qualche modo complementare a questo, c’è un altro complesso intervento in atto con la previsione di finire i lavori per la prossima primavera.
Si tratta del raddoppio del ponte di Nozza e della realizzazione di una rotatoria che costerà alla Provincia quasi due milioni di euro.
Il nuovo svincolo prenderà il posto dell’incrocio fra la 237 del Caffaro e la Provinciale III che porta fino in Valtrompia, quella che sale verso Casto e che attraversa tutto il Savallese. Uno snodo viario da sempre sensibile al minimo aumento di traffico, tanto che spesso è sufficiente un camion che deve svoltare verso Casto per paralizzare il flusso dei veicoli.

Togliere di mezzo quell’imbuto è diventata una priorità per i valsabbini, a patto che chi di dovere non si dimentichi della necessità di proseguire verso il lago d’Idro anche con la “variante”, ora ferma a Ponte Re di Nozza.
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