Noia e banalità aprono il Festival
di Davide Vedovelli

Tra l'imbarazzante siparietto Fazio-Casta e un playback coi fiocchi della Carrà si chiude una prima deludente serata a Sanremo. Le pagelle dello Spaccadischi



Chi di voi entrando in ufficio questa mattina non ha scambiato qualche parola sul festival, o accendendo la radio in macchina, non si è confrontato con qualche illustre opinionista che ha espresso la propria idea sul festival?
Anche io non resisto alla tentazione di dire come la penso e vedere cosa invece ne pensate voi. Prima serata piatta, grigia e noiosa, dove la tanto annunciata “bellezza” si è vista ben poco sul placo dell'Ariston.
Dopo un'apertura a singhiozzo con il sipario che non vuole alzarsi e la minaccia di due lavoratori precari intenzionati a buttarsi dal balaustra del teatro il palco viene lasciato alla musica.
Un vecchio rocker d'esperienza come Luciano Ligabue, sostenuto dalla maestria del M° Mauro Pagani fa gli auguri a Fabrizio De Andrè cantando “Creuza de ma”.

E' poi la volta di Arisa, ma i pezzi proposti non infiammano il pubblico e nemmeno la critica. Voto 5.

Ci prova Luciana Littizzetto a fare decollare il festival, ma può fare ben poco contro una calma piatta assoluta.
Sono al primo sbadiglio e tentato di guardare cosa danno sulle altre reti; ma poi mi dico: no! Duri e puri fino alla fine, tazza di caffè e si procede.
Imbarazzante, non trovo altri termini per definirlo, il siparietto franco-italiano Fazio-Casta. Non degni di altri commenti..cantano male, balla peggio. Speriamo ne se ne abbia a male il buon enzo Jannacci chiamata ingiustamente in causa.

Continuano le esibizioni: Frankie Hi-NRG MC di energia ne elargisce ben poco e non va oltre un 5.5
Antonella Ruggero nonostante la bella voce non convince: 4.5
Raphael Gualazzi e Bloody Beetroots sono i meno peggio della serata e portano a casa un bel 6.5 Cristiano De Andrè fa il suo compito da 6, senza indignare né esaltare. I Perturbazione, da cui francamente mi aspettavo qualche cosa in più rimediano un'insufficienza piena: 4
Giusy Ferreri, pur con una mediocre interpretazione, stenta ad andare oltre il 5.5.

Raffaella Carrà fa la sua comparsata di cui avremmo fatto volentieri a meno: 3.

Altra figura ambigua sono i proclamatori, personaggi del mondo della cultura e dello sport con il ruolo di leggere il titolo del brano che accede alla fase finale. Fabio Fazio tenta di intervistarli ma sovente viene interrotto dal suono della sirena del televoto e tutto sfuma in un applauso.
Deluso per questo inizio confido in una seconda serata diversa, con ritmo spedito e trascinante e canzoni, si spera, degne di essere chiamate è tali.
Da “Sanremo” è tutto.
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