Baluardo della democrazia o «fascisti inconsapevoli»?
di Leretico

Dalla vittoria di Renzi alle primarie sono cambiante alcune cose, all'inizio appena accennate, ora palesi dopo lo storico accordo con Berlusconi delle scorse settimane...


In particolare facciamo riferimento alla strategia di comunicazione delle tre forze politiche con maggiori possibilità di aggregazione, di consenso, nello scenario nazionale, che fanno capo a Renzi, a Grillo e a Berlusconi.
La battaglia si svolge a colpi di posizionamento di immagine dei leader, ossia con la manipolazione dell'idea percepita dall'elettorato della loro posizione politica.

Renzi gioca sulla giovane età e quindi non solo sulla sua personale novità intrinseca.
La sua campagna mediatica è tutta rivolta ai giovani, alla conquista della loro fiducia da parte di chi si considera altro rispetto all'establishment di partito a cui appartiene.
Il sindaco di Firenze mira ad incassare il massimo dal suo "non essere coinvolto con le bieche manovre di potere della casta" e spinge sul concetto di "fare" concreto al posto dell'inutile fare sin qui dimostrato dagli avversari. In questo momento è all'attacco di quelle posizioni che nell'immaginario popolare appartengono ai 5stelle e a Forza Italia, allo scopo di conquistare quei voti che Bersani aveva saputo solo perdere.

Berlusconi invece sta cercando di recuperare le forze dopo la condanna in Cassazione, colpo durissimo per la sua immagine e per il suo ego.
Ha rinserrato le fila dei suoi dopo la separazione con Alfano, ha preso al balzo l'occasione offerta da Renzi sulla legge elettorale, si è presentato con una nuova immagine al suo elettorato: quella di un settantasettenne rugoso, dalla palpebra cadente.
Siamo abituati alle sue drammatiche virate, ne sa qualcosa Letta e il suo governo. Non ci stupisce, quindi, che egli abbia rinunciato d'amblée al ridicolo giovanilismo pre-condanna e voglia ora dimostrare tutti gli anni che si porta sulle spalle, dato che a voler a tutti i costi sembrar giovane potrebbe perdere consenso.

C'è da aggiungere che anche i grillini sono giovani e se il leit motiv della prossima campagna elettorale fosse "i giovani e il cambiamento", continuando a enfatizzare quello che non può essere, il capo di Forza Italia avrebbe rischiato di partire in netto svantaggio.
Forse "conservazione" si affianca bene ad "estrema maturità", ecco allora la nuova immagine di "vecchio" difensore della libertà contro i comunisti e la mala giustizia.

In tutto questo movimento,
da un lato il cambio di immagine, dall'altro il consolidamento al centro, Pier Ferdinando Casini ha ben pensato di non voler rimanere schiacciato nel mezzo. Così ha deciso di tornare nel centro destra dopo anni di aventiniano disprezzo per Berlusconi e la sua dittatura.
Questa decisione ci conferma nell'idea che le mosse di Renzi tendano a conquistare spazio al centro sospingendo con il suo vento di novità tutte le vecchie vele della politica verso i mari agitati e fatali del centro destra, lasciando spazio e mare tranquillo alla costruzione di una nuova, qualcuno dice maliziosamente vera, ultra sinistra.

Per il momento la sinistra più a sinistra è occupata dal M5S, il quale ha deciso di muoversi sul fronte della comunicazione con una specie di guerriglia piazzarola trasfusa in Parlamento.
Dal punto di vista della comunicazione l'efficacia di questa azione è eccezionale: tutti parlano del M5S e del suo essere contro la partitocrazia, contro la casta, contro l'inganno del Palazzo verso il Popolo. E c'è da dire che l'azione di bloccare e imbavagliare l'opposizione su questioni importanti come il decreto Bankitalia è veramente disdicevole, se non cinico, da parte della maggioranza.

Comunque, se ce ne fosse stato bisogno, il M5S ha reso ben chiaro chi è l'avversario da battere e che non si può dormire sugli allori delle "grandi intese" se si vuole disinnescare il potenziale dirompente dei grillini.
Ed è tanto chiaro questo fatto quanto è oscuro il motivo per cui sin dall'inizio hanno rinunciato ad utilizzare i grandi mezzi di comunicazione per diffondere il proprio messaggio.
Come è altrettanto oscuro il fatto che solo pochi mesi fa chiunque del movimento avesse partecipato ad un talk show di regime sarebbe stato espulso mentre ora alcuni possono andare tranquillamente a trasmissioni come "Le invasioni barbariche" senza subire ostracismi e vendette.

Ecco che i piani di azione per la prossima campagna elettorale sono molto chiari: da un lato la socialdemocrazia in ritardo del PD unita alla destra conservatrice, dall'altro il M5S, un guazzabuglio di idee capitalistico-marxiste contemporaneamente pro e contro la democrazia, che mi ricorda tanto quelle vignette di Mordillo in cui i campi di calcio erano infestati da centinaia di tipi improbabili, divisi in piccoli gruppi, ognuno per sé, alla caccia del pallone con o senza maglietta della squadra, oppure solitariamente seduti sulla traversa della porta mentre nell'area piccola sottostante altri straniti giocatori si azzuffavano per raggiungere un'intrattabile palla che malamente sfuggiva loro.
In mezzo al cerchio di centrocampo un cane, in cerca del suo osso, aveva un enorme punto interrogativo rosso che lo sovrastava, a esprimere la sua costernazione rispetto agli umani che lo circondavano.

Ci chiediamo chi possa metaforicamente rappresentare il cane: forse è l'alter ego dell'autore, forse il singolo cittadino che di fronte alla parodia della vita sconclusionata del M5S, ancora non ha capito nulla di cosa vogliano, di cosa, anche loro come gli altri, pretendano.

Eppure è un peccato che le cose riguardo al M5S debbano andare in questo modo.
Quasi nove milioni di voti utilizzati per dire sempre "no" oppure per stigmatizzare le presunte attività sessuali prezzolate delle signore avversarie.
E non regge l'immagine, che qualche osservatore politico sta cercando di accreditare al M5S,  di unico e ultimo baluardo della democrazia: la democrazia è partecipazione, non certo disprezzo totale per le regole e per la dignità dell'avversario.

Fare opposizione urlando e strepitando non impedisce alla maggioranza di prendere legalmente le decisioni che più gli aggradano.
Maggiore assennatezza a suo tempo avrebbe permesso di influire dall'interno sulla formazione di quei provvedimenti che oggi tanto avversano.
Il treno è passato e un certo elettorato se lo sono ormai giocato.

Renzi e Berlusconi hanno intuito i punti deboli dell'avversario pentastellato e si sono accordati per andare in vantaggio.
Ci dispiacerebbe constatare definitivamente che l'unico mezzo comunicativo rimasto al M5S sia quello di occupare imbavagliati gli scranni del Governo, perché non potremmo, in questo caso, che concordare con Corrado Augias quando definisce i grillini "fascisti inconsapevoli".

Leretico

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