Ancora isolato il Gaver e sulla 669 è scesa anche la «Grisa»
di Ubaldo Vallini

Si attende il consolidamento del manto nevoso e la rimozione delle slavine



Ivan ha aspettato al Campras, così come Gervasoni della Sat, Stefano al BlumonBreak, Maurizio e compagnia alla Locanda Gaver in fondo alla Piana, ma anche gli altri.
L'attesa, piuttosto sconsolata, era per la riapertura della starda che raggiunge il Gaver, accompagnata dal necessario impegno a togliere la neve dai tetti: un paio di metri, quella scesa in questi ultimi giorni.

Neve che ovviamente si è accumulata anche sui canaloni della Misa, quelli ripidissimi che rincorrono a semicerchio la Provinciale dal Campras fino a Valle Dorizzo.
Una manciata di chilometri che ad ogni fioccata si fa pericolosissima.

La prova è stata la slavina di "Canal Rot" precipitata fin sulla strada venerdì, mezz'ora dopo la chiusura, sorprendendo gli stessi addetti alla pulizia dell'arteria che per poco non ci sono rimasti sotto. Domenica è toccato alla "Grisa" e all'appello mancano un altro paio di canaloni almeno, oltre al "Canal Rot" che intanto ha fatto in tempo a ricaricarsi di pericolo.

«In queste condizioni non è certo il caso di mandar gente là sotto a lavorare per ripristinare la viabilità».
Così, prima ancora di rimuovere le slavine che si accumulano alte fino a otto metri sull'asfalto, è necessario smorzare l'energia cinetica delle masse nevose, facendole precipitare o aspettando il loro consolidarsi.

Operazione incominciata ieri, con un primo volo dell'elicottero dotato di Daisy Bell, la campana "suonavalanghe". Oggi replica del distacco artificale. Solo quando il nuvologo della Provincia Federico Rota sarà soddisfatto di questo lavoro si potrà dare il via alle squadre per la rimozione delle masse nevose precipitate fin sull'asfalto.
Saranno sufficienti due giorni? Vedremo.
E se venerdì tornerà a nevicare?

Una situazione paradossale quella vissuta dal Gaver - quando è il bello che c'è la neve, si chiude - che rischia di minare nel profondo la sua credibilità come meta di tranquille e gustose immersioni in ogni disciplina sportiva invernale, forte di quella naturalità del paesaggio che è difficile riitrovare altrove. 
Per quanto tempo ancora gli appassionati accetterano di rischiare di dover tornare indietro dopo aver raggiunto Valle Dorizzo? (Occhio al cartello che a strada chiusa è sempre presente nel piazzale subito dopo la rotonda di Sant'Antonio).
Peggio ancora: quanti si fideranno a prenotare un soggiorno con l'elevato rischio di non poterci arrivare?

«Noi possiamo continuare a garantire la pulizia della strada e la massima attenzione alla sicurezza delle persone che ci passano - ha detto ieri l'assessore Vivaldini in studio a Teletutto, intervenendo in una trasmissione che ha parlato di viabilità -. Lì sono necessarie due gallerie paravalanghe e ci vogliono un milione e mezzo di euro: i progetti ci sono, stiamo interessando la Regione per farne al più presto almeno una».

 
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