Conferenza di servizi
di Ubaldo Vallini

Comuni di Idro e di Lavenone, Comunità montana, regione Lombardia e Provincia autonoma di Trento, si sono ritrovati per analizzare il progetto esecutivo delle opere del lago e dare il via ai lavori


Si sapeva che non sarebbe stata una passeggiata, l’incontro avvenuto ieri mattina al palazzo regionale di Brescia.
Argomento, quello spinoso che riguarda le nuove opere di regolazione del lago, con i progetti che sono andati e tornati da Roma e ora sono pronti da essere messi in pratica.
E mentre dentro il palazzo il confronto fra gli amministratori è proseguito per ore, fuori c’è stato un sit-in di protesta da parte dei Comitati di ambientalisti che non si rassegnano all’avvio ormai prossimo dei lavori, forse.
 
A far le pulci al progetto soprattutto l’Amministrazione comunale di Idro, che non ha mai nascosto la sua avversione per le scelte tecniche regionali.
Qualche perplessità però è stata manifestata anche da parte degli amministratori di Bagolino e del Trentino preoccupati per la possibilità che il lago possa essere “invasato†fino a quota 370: a quel livello, infatti, il Pian d’Oneda rischierebbe di tornare ad essere inzuppato come una palude. 
 
Così anche la Comunità montana di Valle Sabbia che, chiamata ad esprimere un parere sull’unica competenza del vincolo idrogeologico, sul piano tecnico non ha potuto fare a meno che avvallare il lavoro di geologi ed ingegneri, manifestano però numerose perplessità sulle altre scelte (vedi il documento riportato in altro articolo).
 
"Sono perfettamente consapevole che interventi così importanti non sempre riescano a mettere d'accordo tutti – ha detto l'assessore regionale Viviana Beccalossi -. A chi ancora oggi esprime perplessità, mi sento solo di dire che questo progetto ha l'avallo di tecnici competenti e preparati che, dai Ministeri, dall'Autorità di bacino del fiume Po e, infine, da Regione Lombardia, sollecitano una soluzione definitiva. È bene parlare chiaro, perché, se ci fermassimo ancora una volta, da Roma ci potrebbero venire imposte decisioni gravi. A nessuno, credo, converrebbe vedere il bacino del lago svuotato forzatamente per problemi di sicurezza".
 
E’ stato questo solo un primo incontro, per raccogliere il parere di tutti. Entro 90 giorni l'iter dovrà giungere a una conclusione.
Si prosegue dunque a ritmo serrato e la prossima occasione di confronto è stata programmata per il 23 gennaio, prima di passare alla fase degli appalti e poi alla loro esecuzione: ci vorranno almeno tre anni di lavori e nel frattempo il lago sarà regolato per un escursione di un metro e 30, come è sempre stato in quest’ultimo periodo.
 
A proposito di escursione: proprio dagli ambienti regionali, questa volta, è arrivata la richiesta di aprire un confronto sulla regola, che dovrà essere utilizzata per gestire le opere di regolazione, alla presenza di tutti gli enti interessati.
 
Alleghiamo il servizio di Teletutto.
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