Il piacere della buona musica
di Erregi
Perché la musica ci fa stare bene? Perché una canzone, anche ascoltata mille volte, è capace di emozionarci? Perché se siamo imbottigliati nel traffico, ma alla radio passano una melodia che ci piace, allora tutto cambia in meglio? Provano a rispondere alcuni ricercatori di Montreal
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Cosa avviene nel nostro cervello quando ascoltiamo la musica che ci piace? A questa domanda ha provato a rispondere un gruppo di ricercatori di Montreal, che ha pubblicato il proprio studio su Nature Neuroscience dopo aver utilizzato strumenti complessi come la risonanza magnetica e la Pet.
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Innanzitutto, le nostre canzoni preferite innescano in noi il rilascio di dopamina in una zona del cervello detta corpo striato, sotto la corteccia cerebrale, che è strettamente collegata alla sensazione del piacere, ma la vera scoperta è un'altra.
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Nei secondi che precedono l'apice dell'ascolto, ovvero la parte della canzone che l'ascoltatore preferisce, l'incremento nel tasso di dopamina prodotta è notevole e, tra l'altro, questa sostanza, nell'attesa che arrivi in nostro pezzo preferito, compie un viaggio diverso all'interno del nostro cervello e causa, quindi anche un diverso e più intenso piacere.
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Come con molte altre cose, quindi, l'attesa del piacere è essa stessa piacere e anche i ricercatori di Montreal hanno finito per confermare la teoria del filosofo e poeta tedesco Gotthold Ephraim Lessing: è l’attesa che offre la prima ricompensa al nostro cervello, che impara, quindi, ad apprezzare la musica attraverso un meccanismo molto simile a quello che Pavlov utilizzava negli studi sul condizionamento delle azioni animali.
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La musica ci piace perché stimola la produzione di dopamina e lìattesa della parte di canzone che preferiamo innesta questo processo in quantità anche maggiore. Pare che non siamo poi così diversi dal cane di Pavlov che, una volta collegato il suono del campanello all’arrivo della pappa, cominciava ad avere l’acquolina in bocca al solo stimolo uditivo prodotto dal suono.
