L'Intima Mano
di Dru
La filosofia nasce mostrando subito quel carattere d'indipendenza nei confronti dei miti, fedi, religioni, opinioni, istinti, costumi sociali, oltre che da costrizioni e comandamenti che risultino esterni a ciò che essa chiama col nome di "verità"
...ma durante il suo percorso si è sempre misurata con queste forze e ha sondato nel profondo i loro significati.
Il filosofo che forse è più lontano dal mondo religioso, che è l'espressione più evidente nella grande epoca della tradizione filosofica degli eterni al comando del tempo, è Spinoza.
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Quello di Spinoza è stato considerato a ragione il sistema più radicale e alternativo dopo la venuta di Cristo.
Cacciato dalla sinagoga nel 1656 venne tacciato come "l'uomo più empio e pericoloso di questo secolo" come scrive Arnoud approvato in questo da Leibniz.
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Anche Boyle, il fondatore della chimica moderna, dà la sua versione di Spinoza "Ateo, fatalista, materialista, dissacratore della Scrittura e di ogni religione, corruttore della morale e della stessa convivenza umana".
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Succede che, dopo un secolo e più, personaggi del calibro di Jacobi, Fichte, Schellng, Goethe, Schiller, Lessing, Hegel, Schopenauer, Nietzsche, Borges, Einstein, sono gli artefici della sua rinascita e gloria nel pantheon del pensiero che a tutt'oggi è attuale per quanto concerne il rapporto stato chiesa, fede e ragione e per la difesa della democrazia.
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Sul frontespizio del Tractatus theologico-politicus si legge "la libertà di filosofare si può concedere senza danno per la pietà e la pace dello Stato, ma, anche, essa non si può togliere senza togliere la pietà e la pace dello Stato".
Su queste basi il filosofo si impegna a fondo nel ricercare il bene vero e condivisibile che dia gioia continua e duratura.
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Il bene di Spinoza è Dio, ma un Dio diverso da quello della grande tradizione culturale dell'Occidente, un Dio che non ha volto né volontà e scopo e comprende nel suo bene la natura, quella natura rifiutata e creduta come male e peccato.
Ma anche Spinoza non si libera dal carattere della potenza e dell'eternità del divino della tradizione.
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Nell'Etica, la sua opera più riuscita, lui espone un Dio eterno che esiste necessariamente contrapposto a ciò che non esiste necessariamente, le cose del mondo che sono da esso prodotte e che sono esistenti nel tempo.
Spinoza risulta corrispondente in questo al pensiero occidentale, le cose del mondo non esistono necessariamente.
Questo oggi risulta evidente a tutti, è la verità , è l'unica verità evidente.
Questa evidenza, tutt'altro che facile a chiarire, è ciò che più evidente mostra il pensiero dell'Occidente.
Ma allora perché invece di perdere tempo intorno a questo non cerchiamo di rendere la vita un poco più sopportabile e comoda?
Perchè l'unica verità veramente indiscutibile di oggi è in realtà l'errore più grande e profondo.
Risulta oggi una presunzione ancora più grande quando scrivo nei termini in cui la scienza dice che le cose del mondo non esistono per sempre.
E questo risulta ancora più evidente nel momento in cui riduciamo la filosofia di Spinoza, così lontana dalle abitudini morali e concettuali dell'Occidente Cristiano, ad un sodalizio con questo pensiero e alle sue abitudini.
Ma credere ad un Dio o credere alla scienza che faccia uscire le cose dal nulla e le faccia ritornare non è credere che le cose siano nulla?
E questo credere non è violenza? Non uccide uomini e cose nella maniera più radicale ed originaria?
Quello che sta al fondamento della violenza più visibile e che tutti sono capaci di vedere?
"Sul fondamento di questa fede, ogni santità è la culla dell'omicidio e di ogni altra forma di annientamento".
Questo scritto è condotto per mano da "L'intima mano", saggio stampato da Adelphi e scritto da Emanuele Severino.
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