Che fine han fatto le panchine?
di Ubaldo Vallini

Avrebbero dovuto fare da arredo complementare all'ampliamento della Comunitŕ montana, sono state pagate perň non č chiaro dove siano finite, almeno secondo il Consigliere Facchi.

 
Ma andiamo con ordine.
Seduta assembleare veloce, quella andata in scena giovedì scorso nella Casa della Valle di Nozza.

Una surroga col nuovo ingresso del vicesindaco Luca Bonomi in rappresentanza del Comune di Casto, qualche piccola variazione al bilancio di previsione passata alla svelta, un battibecco con la smagrita minoranza in merito alle scelte sulla rete della Banda Larga, che Ermano Pasini avrebbe voluto rimanesse di proprietà della comunità montana mentre l’attuale maggioranza ha optato per altre scelte, ritenendo siano più importanti le garanzie sul funzionamento del servizio che solo Infratel, società “in house” del Ministero, può garantire.
 
Pochi scossoni anche quando si è trattato di decretare il definitivo addio al Consorzio per la Gestione del Monumento Naturale Altopiano di Cariadeghe, finito nel mirino della spending review, con grande rammarico degli amministratori valsabbini, tutti concordi nell’affermare che non sono quelle le spese (pochissime, quasi nulle) da evitare, specie quando i risultati erano tutti lì da vedere, con una buona gestione di risorse che andranno comunque gestite anche in futuro.

Un punto all’ordine del giorno ha interessato la revisione dello statuto di Secoval per adeguare la società alla nuova normativa, nulla però di definitivo: tutto deve ancora passare al vaglio di ogni singolo Consiglio comunale.
 
Qualche schermaglia in più l’ha provocata l’ultimo punto: “Comunicazioni del Presidente”.
In particolare l’interrogazione del Consigliere Roberto Facchi, interessato a capire che fine abbiano fatto le 12 panchine (10 modello normale e due classiche) e i 20 cestini stile liberty acquistati ad agosto dello scorso anno in una “Ferramenta Bazar” della zona, pagati fra dicembre e gennaio di quest’anno 10.560,00 euro più iva, affidamento “in economia e quindi senza gare di appalto”.
 
La determina prevedeva che gli arredi fossero destinati al parcheggio antistante la sede della Comunità montana “e altre aree pubbliche” non meglio precisate.
 
Articolata la risposta depositata dal responsabile di servizio, che alla fine dichiara che le panchine sono posizionate lungo il sentiero VII Brigata Matteotti, in quel di Provaglio Valsabbia, mentre i cestini portarifiuti migliorano aspetto ed utilizzo degli spazi pubblici alle Ferrate di Casto, lungo la strada che porta ad Alone.
 
Il consigliere Facchi si è però dichiarato insoddisfatto: della risposta depositata e delle aggiunte a voce da parte dell’ex presidente Pasini.
«Ammesso che in quei luoghi quegli oggetti ci siano davvero, e lo verificheremo – ha detto -, resta ancora da capire perché non siano stati utilizzati per Piazza Reverberi, come la delibera aveva previsto».
 
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