Opere, si accelera
di Ubaldo Vallini

Beccalossi: «Entro la fine dell'anno una conferenza di servizi farŕ il punto sulle nuove opere di regolazione del lago d'Idro e darŕ il via alla fase degli appalti»

 
«Sarà una conferenza di servizi, da convocare entro la fine dell’anno, a portare dritta alla fase degli appalti per la realizzazione delle nuove opere di regolazione del lago d’Idro. Sei o sette mesi ancora, necessari per la procedura “europea”, obbligatoria dato l’elevato costo dell’investimento, e si potrà poi passare alla fase esecutiva».

L’annuncio è stato dato ieri dall’assessore regionale a Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo Viviana Beccalossi, che ha raggiunto la sede bresciana dell’amministrazione regionale in compagnia, fra gli altri, del Commissario di Governo prof. Carlo Maria Marino e del direttore del suo assessorato Paolo Baccolo.
 
Un’accelerazione riguardo alle opere sull’Eridio che Viviana Beccalossi auspicava da tempo, resa possibile dal fatto che sia il Ministero dell’Ambiente, chiamato in causa per la procedura di Via (Valutazione di impatto ambientale) sia quello delle Infrastrutture, dopo aver valutato tutte le richieste di chiarimento e le interpellanze, hanno dato il loro assenso all’opera «con prescrizioni che non modificano nella sostanza il progetto e che troveranno giusto riscontro nella fase esecutiva» ha aggiunto la Beccalossi.

I lavori saranno finanziati con oltre 50 milioni di euro e prevedono una serie di opere che andranno a sostituire alcune delle attuali strutture di regolazione, lesionate da una frana e dai movimenti del versante interessato.
 
Il progetto è quello noto: prevede la realizzazione di una galleria di bypass, che costituirà il principale intervento di sicurezza idraulica, oltre a una nuova traversa di regolazione e la sistemazione dell'alveo del Chiese nel tratto compreso tra la nuova traversa e lo sbocco della nuova galleria, con la conseguente dismissione dell'attuale galleria di svaso (detta 'degli agricoltori') e della traversa esistente.
 
Altra novità, che era nell’aria ma ieri è stata sancita ufficialmente, l’inclusione del Comune di Anfo fra quelli che beneficeranno dell’accordo di programma siglato con Bagolino e Lavenone.
Il sindaco Mabellini, insomma, si ritroverà in cassa 3 milioni e 600 mila euro da utilizzare in “opere di valorizzazione del lago d’Idro”.
Un milione almeno è previsto che venga speso nella messa in sicurezza della Rocca d’Anfo.
Chissà, forse è la volta buona perché l’antica fortezza, prima veneta e poi napoleonica, possa tornare ad essere almeno visitabile.
 
Unica amministrazione ancora critica nei confronti delle scelte regionali è quella di Idro, che per questo ha rinunciato a 2,6 milioni di euro: «Continueremo ad  ascoltare cosa avranno da dire anzi, affiancheremo all’amministrazione i nostri tecnici perché il progetto possa essere compreso nei minimi particolari – ha aggiunto l’assessore regionale -. Se questa è l’esigenza noi ci siamo. E’ però ora di smetterla con le troppe persone senza nessuna preparazione tecnica, che continuano a proporre alternative fantasiose al progetto».
 
E la regola di gestione? E’ possibile ipotizzare che utilizzerà un metro e mezzo di lago come avviene da alcuni anni, in luogo dei 3 metri e mezzo attualmente previsti?
«Quello che stiamo facendo oggi è intervenire nell’interesse della popolazione, sia che viva introno al lago sia a valle del lago, alle prese con oggettivi rischi di natura idrogeologica – conclude la Beccalossi -. Per la regola di utilizzo delle acque del lago apriremo un tavolo di confronto attorno al quale prenderanno posto tutti coloro che sono portatori di interessi sull’intera asta del Chiese, dal Trentino al Mantovano. E si vedrà»
 
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