Jihad per la Siria
di Redazione

Arrestato con l'accusa di terrorismo internazionale, poi rimesso in libertà per mancanza di prove, il 21enne di orgigini marocchine che viveva a Vobarno, Anas El Abboubi, potrebbe essere a combattere in Siria

 
Per la Cassazione deve restare in libertà. È stato infatti rigettato il ricorso della Procura contro la scarcerazione di Anas El Abboubi, il 21enne di origini marocchine arrestato a Vobarno il 12 giugno scorso e rimesso in libertà dal Tribunale del Riesame due settimane dopo.
Mentre sono ancora in corso le indagini preliminari, l’accusa è di addestramento con finalità di terrorismo, il giovane è però al centro di un nuovo mistero.
 
Sarebbe infatti andato in Siria, da dove non ha dato più notizie alla famiglia da diverse settimane.
«Sono due mesi, forse un mesetto che non lo vediamo più - racconta al telefono al Giornale di Brescia il padre, Karim El Abboubi -. Sappiamo che è andato in Turchia, con un’associazione umanitaria. Però non posso parlare, chiedete all’avvocato».
 
E uno dei due legali, Nicola Mannatrizio, spiega che Anas aveva già manifestato l’intenzione di andare in Siria e che gli stessi familiari ritengono che attualmente si trovi lì.
Sul profilo facebook di Anas Al-Italy, con ogni probabilità riconducibile a El Abboubi, sono stati pubblicati post e foto in cui si presenta armato, mostra un passaporto con l’indicazione «State of Islam», parla di jihad e dichiara la propria solidarietà al popolo siriano.
 
E a chi gli chiede se sia andato in Siria, risponde «Che Allah vi ami».
Come città attuale viene poi indicata Aleppo. Naturale dunque che attorno a lui stia crescendo la preoccupazione, a partire dai familiari e dagli stessi avvocati Mannatrizio e Giovanni Brunelli, pur soddisfatti del pronunciamento della Cassazione.
 
L’ultima volta che il ventunenne aveva fatto parlare di sé è stato alla fine di agosto, quando ha passato l’esame di maturità con 67/100.
Sembrava un passaggio di vita volto a ritrovare una normalità, utile forse a superare le accuse di chi lo considerava pronto a preparare attentati a Brescia in nome di un Islam fondamentalista da cui era sempre più attratto.
 
Ora, invece, le intenzioni di Anas diventano più difficili da comprendere, anche per chi gli è vicino. Su di lui, intanto, le indagini proseguono. Gli inquirenti ritengono che abbia contatti con importanti cellule del terrorismo internazionale. Anche con il gruppo Sharia4, un network che dalla rete diffonde messaggi jihadisti. Dalle indagini, coordinate dal pm Leonardo Lesti, è emerso inoltre come El Abboubi stesse studiando alcuni obiettivi per compiere attentati a Brescia. Caserma Goito, stazione dei treni, cavalcavia Kennedy: questi gli oggetti delle perlustrazioni fatte via web.
 
Era arrivato a dichiarare di voler morire a mano armata. Di qui l’arresto.
«Ha delle strane idee, ma non ha nulla contro l’Italia» avevano assicurato coloro che gli stavano più vicino.
Non si fanno però i processi alle intenzioni e di riscontri oggettivi non ne erano stati trovati.
Così per la legge italiana Anas è libero.
 
Solo pochi mesi fa faceva “rapâ€, ora questo un nuovo tassello, nella storia di Anas.

Fonte: Giornale di Brescia
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