I manoscritti di Pietro Zani
Verrà presentata questo giovedì sera a Sabbio Chiese la riproduzione anastatica di 13 volumi che ripercorrono le vicissitudini valsabbine e risorgimentali dal 1852 fino ad oltre il 1860


Dalla loro Val Sabbia tennero d’occhio gli eventi della grande storia del Risorgimento.
E con il loro Istituto di Educazione, fondato a Sabbio nel 1826 e attivo fino al 1859, fornirono ai giovani della valle, quando l’istruzione era in mano ai parroci e non era ancora obbligatoria, un luogo di formazione «perché se imparano a leggere e scrivere troveranno un mestiere».
 
Ora parte degli scritti in cui i fratelli Pietro e Antonio Zani documentarono la loro attività, viene messa a disposizione degli studiosi, grazie alla riproduzione anastatica dei 13 volumi di Diari che Pietro tenne dal 1852 a dopo il 1860, e al «Metodo» che Antonio scrisse ad uso degli insegnanti dell’Istituto.
 
L’iniziativa editoriale, che sarà presentata giovedì 31 ottobre alle 20,30 nella Sala consiliare del Comune di Sabbio Chiese, viene dagli Amici della Fondazione Civiltà Bresciana, in particolare dal presidente Alberto Vaglia.
 
«Mio padre (lo storico valsabbino Ugo Vaglia, ndr) ricevette i manoscritti originali dalla famiglia Zani, e ne trascrisse alcune parti nei Commentari dell’Ateneo e nella sua Storia della Val Sabbia. Ora abbiamo ritenuto opportuno riprodurli e farne una pubblicazione completa - spiega - per mettere a disposizione degli studiosi uno strumento per ulteriori approfondimenti».
 
«Pietro Zani - aggiunge il prof. Afredo Bonomi,vicepresidente della Fondazione - fu testimone privilegiato della quotidianità del suo tempo, con puntualissimi appunti sulla vita della valle, ma con riferimenti continui alla storia più vasta negli anni della dominazione austriaca.
La pubblicazione dei suoi scritti è segno di attenzione alla cultura del territorio, non dell’accademia ma della città e del popolo, dando spazio non all’oleografia ma a spunti significativi per riflettere anche sulla nostra attualità».
 
Ecco allora, tra annotazioni quotidiane, le valutazioni di Pietro su Garibaldi, che «nel ’60 fece meraviglie. Combatteva la causa giusta dei poveri oppressi».
E sul movimento risorgimentale: «L’Italia fu fatta da Dio, non da Garibaldi. È Dio che ispirò 22 milioni di italiani a unirsi a Vittorio Emanuele».
 
Ancora cronaca, con un filo d’ironia, nel 1855 quando anche a Sabbio arriva l’epidemia di colera: «Mi occupai fino all’una pomeridiana per disinfettare la nostra camera con viva fiamma, non con suffumigi (...) consigliati da chi li vendeva».
 
Se Pietro dedicò la vita all’insegnamento (fu anche segretario al liceo Arnaldo), Antonio ebbe un’esistenza più avventurosa: militare dell’esercito napoleonico, dopo la restaurazione si ritirò a Sabbio fondando col fratello l’Istituto di Educazione, salvo poi nel 1848 armare un gruppo di studenti e partecipare ai moti come capitano della Guardia nazionale del paese.
 
All’insegnamento dedica il suo «Metodo»: se gli strumenti didattici non sono proprio all’avanguardia (gli studenti vengono divisi tra meritevoli, da inserire nel Libro d’Oro, e via via «negligenti, insubordinati, insolenti e temerari», addirittura «empi e malcreati» da iscrivere nel Libro Nero), la sua visione della scuola come mezzo di elevazione sociale, e l’idea di una continuità scolastica dalle elementari all’istituto tecnico (dove erano insegnate anche le lingue straniere e la contabilità) sono già moderne.

I volumi in riproduzione anastatica sono pubblicati in un cofanetto assieme ad un fascicolo che raccoglie gli studi di Bonomi sul Collegio Zani, e alla trascrizione della relazione che Ugo Vaglia tenne nel 1951 all’Ateneo sugli scritti dei fratelli Zani.
 
I cofanetti saranno a disposizione nelle biblioteche della Fondazione Civiltà Bresciana in città, e in quelle di Livemmo di Pertica Alta (gli Zani erano originari di Belprato), di Sabbio (dove i fratelli vissero e operarono) e di Vestone.
 
Nella serata di giovedì, in onore del presidente della Fondazione Civiltà Bresciana don Antonio Fappani, sarà presentato anche un opuscolo sulla figura di Ugo Vaglia, nella collana della Fondazione dedicata ai «Protagonisti della cultura bresciana ».
 
Giovanna Capretti dal Giornale di Brescia
 
131030_sabbio.jpg