Polenta cancerogena. Ma sarà vero?
di Erregi

Una polemica dissotterrata qualche giorno fa ma con radici ben più lontane, che risalgono ad una dichiarazione di Umberto Veronesi, che vedeva nell'alimentazione tra le cause principale dell'insorgere di tumori. E ci va di mezzo anche l'amatissima polenta, diffusa nelle nostre valli e tradizionale in tutto il Nord

 
Sono passati circa dieci anni da quando il professor Umberto Veronesi aveva dichiarato che almeno il 30% dei tumori hanno a monte un collegamento all'alimentazione e, già allora, sembrava che anche la polenta rientrasse nella lista dei cibi potenzialmente cancerogeni.
 
Ma in che modo? Scientificamente parlando, i ricercatori, hanno individuato nel latte e nella farina di mais delle tossine che, pur essendo naturali, possono essere tossiche e quindi pericolose per la salute, specie se ingerite in quantità ingenti.
 
Muffe invisibili, quindi, che però sono tornate sotto i riflettori una manciata di giorni fa, quando il ricercatore del Cnr, Roberto Defez, ha ribadito la potenziale pericolosità della polenta e, a differenza di 10 anni fa, questa volta il messaggio è arrivato forte e chiaro, complici anche i social network, dove la notizia si è diffusa a macchia d’olio.
 
E pure lo sgomento, si diffonde: la polenta è un piatto della tradizione, in passato era forse il solo piatto che una famiglia si potesse permettere, è parte della nostra cultura, del Nord Italia, oltre che delle nostre tavole e se non ci si può fidare più nemmeno della polenta, allora che facciamo?
 
Facciamo attenzione, ecco cosa! C'è davvero poco da scherzare stando ai dati diffusi da Defez, che vogliono le fumonisine, micotossine derivate da una specie di funghi, responsabili di tumori all'esofago, alti rischi per le donne in gravidanza e, soprattutto, per i loro bambini, e rallentamento nell’assorbimento dell’acido folico.
 
La soluzione? Secondo Defez serve un maggiore controllo dei prodotti che entrano in commercio, più chiarezza sulle etichette delle confezioni, più informazione e, come sempre, moderazione nel consumo. Ma gli irriducibili polentoni del nord ce la faranno?
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