Sotto il cavolo... la solidarietà
È partito col piede giusto il progetto dell'orto sociale del Centro aiuto del basso Garda: i prodotti vengono anche venduti per sostenere le famiglie in difficoltà

 
Insalata, zucchine, pomodori, melanzane, meloni e altro ancora.
Sono cresciuti nell’orto sociale creato dal Centro aiuto vita del basso Garda che ha sede a Rivoltella ed è presieduto da Bruna Filippini.
 
L’idea di coltivare in comune un appezzamento di terreno ed anche di curare alcuni orticelli individuali è frutto della volontà di dare risposte concrete al disagio socio-economico nel quale molte famiglie - anche a Desenzano - vivono ed alla sensibilità nei confronti di temi quali ambiente, biodiversità e riduzione degli sprechi.
 
Da qui è nata la ricerca di un appezzamento di terreno per concretizzare l’idea. Un sogno che, senza troppo attendere, si è realizzato.
«Merito della generosità del signor Giovanni Vezzola - precisa Bruna Filippini - che ha messo a nostra disposizione una parte del terreno di sua proprietà all’interno del Giardino botanico Bagoda.
Si tratta in tutto di ben 2500 metri quadrati.
L’orto sociale intende contribuire al sostentamento delle famiglie coinvolte, migliorare il benessere psico-fisico di utenti che considerano calpestata la loro dignità a causa della perdita del lavoro e diventare anche fonte di ricchezza culturale, sociale e umana per la comunità coinvolta. Ogni azione tende infatti a far apprendere o a consolidare comportamenti che mirano al rispetto reciproco, al mutuo aiuto, alla condivisione».
 
L’esperimento è stato avviato a inizio estate, proprio sotto il viadotto ferroviario.
A fine giugno è spuntato il primo pomodoro.
Sono otto le famiglie che hanno ricevuto in dote per un anno 100 mq di terreno per produrre frutta e verdura destinata all’autoconsumo.
 
Il Centro, che dal 1988 è riferimento per molte giovani madri e centinaia di famiglie del basso lago, ha procurato tutti gli attrezzi e ha fornito anche il supporto di tre esperti locali oltre ad un operatore sociale.
Gli utenti coinvolti provengono da vari paesi e fanno riferimento allo sportello rivoltellese del Centro aiuto vita: vengono da Italia, Moldavia, Brasile, Albania, Marocco, Egitto. Alcuni erano già esperti, altri veri neofiti.
 
Tra loro ci sono anche due donne.
Soprattutto nelle aperture serali, raggiungono il parco anche mamme e bimbi e il luogo si anima.
Tutti sono coinvolti nella programmazione dell’attività. Una parte della terra viene infatti coltivata in comune ed il ricavato messo a disposizione di altre famiglie disagiate.
 
e.s. dal Giornale di Brescia

 
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